Data la situazione sempre più difficile del mercato dei cereali, la commissaria responsabile dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha annunciato ieri l'intenzione di presentare alla Commissione una proposta volta a fissare a zero il tasso di ritiro obbligatorio per le semine dell'autunno 2007 e della primavera 2008.
Nell'Ue-27 il raccolto del 2006, più esiguo del previsto (265,5 milioni di tonnellate), ha avuto come conseguenza una riduzione delle scorte al termine della campagna di commercializzazione 2006/2007 e i prezzi hanno attualmente raggiunto livelli elevatissimi. Le scorte d'intervento hanno subito una notevole riduzione, passando da 14 milioni di tonnellate all'inizio del 2006/2007 agli attuali 2,5 milioni di tonnellate, costituiti soprattutto da granturco detenuto in Ungheria. Quest'anno i risultati iniziali dei raccolti di orzo e di frumento sono modesti, eccezion fatta per la Spagna, e il tempo umido continua a ostacolare o a ritardare la raccolta negli Stati membri occidentali.

Commentando la misura, Mariann Fischer Boel ha dichiarato: "Questa proposta va vista come una risposta, circoscritta alle semine dell'autunno 2007 e della primavera 2008, alle attuali difficoltà del mercato. Gli agricoltori possono continuare a mettere volontariamente a riposo parte dei propri terreni coltivabili. Questa iniziativa non va interpretata come un tentativo di condizionare la valutazione dello "stato di salute" della politica agricola comune, in programma per il 2008: in tale contesto sarà effettuato un riesame della politica cerealicola, compresa la questione del ritiro dei seminativi."
A livello mondiale si prevede che nel 2007/2008 le scorte finali scendano a 111 milioni di tonnellate (soltanto 31 milioni delle quali nei cinque principali esportatori): si tratta del livello più basso raggiunto da 28 anni a questa parte. E' probabile che i prezzi si mantengano eccezionalmente elevati per l'effetto combinato dei cattivi raccolti in importanti paesi produttori di cereali e dell'incremento della domanda, in particolare quella di granturco destinato alla produzione di bioetanolo. Il forte sviluppo dell'industria statunitense del bioetanolo sta avendo pesanti ripercussioni sul prezzo degli altri cereali.

Secondo stime della Commissione, un tasso di ritiro dello 0% potrebbe incoraggiare gli agricoltori dell'Unione europea ad accrescere la produzione di circa 10-17 tonnellate nel 2008, il che contribuirebbe ad allentare la tensione del mercato.
La proposta riguarda soltanto le semine dell'autunno 2007 e della primavera 2008: una decisione su base definitiva richiederebbe un riesame generale della politica cerealicola e un'analisi delle modalità e dei mezzi necessari per mantenere gli effetti collaterali positivi sul piano ambientale della messa a riposo delle colture; tale analisi sarà condotta nel corso della valutazione dello stato di salute della Pac.

Contesto
Il ritiro delle colture fu introdotto per limitare la produzione di cereali nell'Ue e venne applicato su base volontaria dal 1988/1989. Dopo la riforma del 1992 divenne obbligatorio: per avere diritto agli aiuti diretti, i produttori operanti nell'ambito del regime generale erano tenuti a mettere a riposo una determinata percentuale della superficie dichiarata. Con la riforma del 2003 essi hanno ricevuto diritti di ritiro, che danno diritto a un aiuto se associati alla messa a riposo di un ettaro ammissibile.
Inizialmente il tasso di ritiro obbligatorio veniva stabilito ogni anno, ma per semplificarne l'applicazione nel 1999/2000 è stato fissato in via definitiva al 10%. Sono esentati dall'obbligo di ritiro dalla produzione gli agricoltori dei nuovi Stati membri che hanno optato per il regime di pagamento unico per superficie (Rpus), ossia Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia e Cipro. Attualmente la superficie sottoposta al ritiro obbligatorio nell'Unione europea ammonta a 3,8 milioni di ettari.
Fissare a zero il tasso di ritiro non significa obbligare gli agricoltori a coltivare le proprie terre: possono continuare a metterle volontariamente a riposo e ad aderire a programmi ambientali. La condizionalità si applica a tutti i seminativi.