"Dopo sette mesi di intensi lavori, i membri del dialogo strategico hanno trovato un consenso concettuale sul futuro dell'agricoltura e dell'alimentazione in Europa, attraverso una nuova cultura di comprensione e comunicazioni reciproche". Così il professor Peter Strohschneider, alla guida del Gruppo sul Dialogo Strategico per il Futuro dell'Agricoltura in Ue, annuncia la fine lavori alla Commissione presieduta da Ursula von der Leyen. Le linee guida potrebbero fornire spunti sulle prossime politiche che nei primi cento giorni di governo la Commissione Ue dovrebbe presentare.

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I commenti del mondo agricolo

Le reazioni del mondo agricolo non sono state univoche. Il sistema della rappresentanza europea del Copa Cogeca, che rappresenta le organizzazioni agricole e della cooperazione, sembra salutare con favore il nuovo approccio al dialogo raccomandato nelle linee guida e "accolgono con particolare favore il consenso sul riconoscimento dell'agricoltura e dell'alimentazione come settori strategici per l'Europa, la necessità imperativa di garantire la sicurezza alimentare e l'impegno per una sostenibilità competitiva. Il dialogo strategico sostiene inoltre con forza una politica commerciale coerente, esortando la Commissione a valorizzare l'importanza dei prodotti agricoli e alimentari nei negoziati commerciali, soprattutto alla luce delle discussioni in corso sull'accordo Ue-Mercosur".

 

Tra i risultati principali, secondo il Copa Cogeca, l'enfasi posta sul finanziamento delle transizioni necessarie - sia attraverso un bilancio dedicato e commisurato della Pac, sia attraverso un fondo temporaneo per una transizione giusta e un fondo per il ripristino della natura ben finanziato, entrambi al di fuori della Pac, o il rafforzamento dei partenariati pubblico-privati per mobilitare i capitali.

 

"Sono particolarmente lieto che il dialogo strategico riconosca l'importante ruolo che le nostre imprese cooperative svolgono nel rafforzare gli agricoltori nella catena del valore e nel promuovere la competitività sostenibile dei nostri settori", ha dichiarato il presidente della Cogeca Lennart Nilsson. Per la presidente del Copa Christiane Lambert, "questa relazione deve essere vista come l'inizio di un processo costruttivo che porterà a una visione più equilibrata e strategica dell'agricoltura sotto la guida di Ursula von der Leyen".

 

Chiamato a rappresentare i giovani agricoltori nel dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura, il Ceja ha evidenziato i passaggi salienti del rapporto. Fra questi, la possibilità di adottare "una strategia di sostenibilità più pratica: c'è stato un riconoscimento collettivo dei compromessi tra obiettivi di sostenibilità e della difficoltà di stabilirli solo in azienda", la "centralità del rinnovo generazionale e del settore agricolo, posto al centro della società e dell'economia, riconosciuto nei suoi benefici per gli individui, le comunità e la società".

 

Sul fronte interno, critica la posizione di Coldiretti. "Alcuni dei principi contenuti nel documento sembrano molto più coerenti con il racconto ideologico della vecchia Commissione piuttosto che dare le risposte che Coldiretti, anche attraverso le manifestazioni degli agricoltori a Bruxelles, ha sollecitato in termini di redditualità e competitività delle aziende agricole" ha scritto Palazzo Rospigliosi in una nota. "Allo stesso modo mancano riferimenti chiari e forti su politiche alimentari trasparenti che premino la qualità dei prodotti agricoli Ue rispetto a quelli importati da Paesi che non rispettano gli stessi standard ambientali e sociali".

 

Secondo Cia - Agricoltori Italiani, i punti più rilevanti della relazione finale del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura Ue sono: "riconoscere il ruolo cruciale degli agricoltori per la sostenibilità, creando un fondo specifico per l'agritransizione, oltre a intervenire sul tema del giusto prezzo ai produttori, del ricambio generazionale e delle azioni mirate alla gestione del rischio". Cia ha indicato chiaramente le linee da seguire nel nuovo mandato dell'Ue. "Non si dovrà più correre il rischio di definire norme poco realistiche e non applicabili, che mettano a rischio le aziende agricole. Reddito, competitività e sostenibilità dovranno essere le tre parole chiave nei futuri dibattiti europei con le istituzioni, chiamate a definire le politiche dei prossimi anni".

 

"Quanto ha evidenziato Ursula von der Leyen sulla necessità di un dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura, ci trova favorevoli: occorre dialogo del processo decisionale e occorre la consapevolezza che il settore ha già fatto tanto in termini di sostenibilità ambientale e di competitività e ulteriori passi avanti su innovazione e resistenza al cambiamento climatico sono possibili solo con un approccio cooperativo al settore", è la posizione di Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare.

 

Luci e ombre, invece, per il Coordinamento Europeo di Via Campesina. Se, infatti, il "documento di sintesi collettiva include progressi positivi e importanti in alcune aree chiave della transizione agricola, per facilitare veramente e con successo un'agricoltura economicamente redditizia, sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente responsabile, i sistemi alimentari e le aree rurali", vanno compiuti passi avanti "attraverso una revisione della Direttiva sulle Pratiche Commerciali Sleali, il rafforzamento dell'Ocm nella Pac e la creazione di una Direttiva Ue sui terreni".

 

Fortemente critica la posizione di Filiera Italia, che attraverso il proprio amministratore delegato, Luigi Scordamaglia, parla di un "documento non adeguato, privo di concretezza e addirittura dannoso per alcune filiere fondamentali". E così, se sono da considerarsi positivamente "le buone intenzioni per tutelare il reddito degli agricoltori e una più equa distribuzione del valore aggiunto nella filiera, sono ancora molti i nodi che restano insoluti e le risposte che non vengono date. Resta irrisolto il grande tema della competitività europea e di come perseguirla. Inoltre, vengono mantenute le incongruenze tra le politiche ambientali e quelle della produzione agroalimentare".

 

In sintesi, ha ribadito Scordamaglia, "le conclusioni del Gruppo sono troppo in linea con l'approccio Farm to Fork della Commissione uscente, e sembra ancora lontano quel cambio di passo necessario per garantire uno dei pilastri dell'economia europea, il suo settore agroalimentare".

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