L'agricoltura del Mezzogiorno d'Italia paga un dazio elevatissimo al maltempo dei giorni appena trascorsi: Sardegna, Sicilia e Puglia le regioni più colpite con danni elevati e di difficile quantificazione. Le organizzazioni agricole Coldiretti Sardegna e Cia Sicilia hanno chiesto alle rispettive Giunte Regionali di dichiarare lo stato di calamità naturale.
Ieri, 18 novembre 2021, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in visita ad alcune aziende colpite a Comiso ha assicurato che - secondo una nota stampa di Palazzo d'Orleans "Il Governo regionale farà la propria parte già da oggi, con l'approvazione della richiesta di stato di calamità per il successivo inoltro a Roma, che dovrebbe assicurare i contributi a favore delle aziende colpite".
"Campi inondati e serre stravolte, migliaia di ettari di colture stagionali sott'acqua, in asfissia e attaccate dai funghi, per umidità e pioggia. Semina in stallo e produzione annacquata già per il 70%". È questa, da una prima ricognizione di Cia-Agricoltori Italiani, la situazione maltempo sull'agricoltura del Sud Italia dove in Sicilia e Sardegna precipitazioni sparse e continue, forti venti, trombe d'aria e bombe d'acqua hanno continuato a danneggiare per giorni le aziende agricole e la vita d'intere comunità. Contro i cambiamenti climatici, secondo Cia "serve cambio di approccio e manutenzione seria del territorio". Nel frattempo il maltempo si porta in Puglia, mandando sott'acqua il Salento.
Puglia, oliveti del Salento si ferma la raccolta
Sale la conta dei danni dopo l'ultimo nubifragio, misto a grandine, che ha colpito il Salento. La Puglia nel 2021 conta fino a ieri 16 tornado, quaranta grandinate violente e 16 nubifragi, una siccità durata quattro mesi accompagnata dal caldo africano, tutti eventi estremi che - combinati tra loro in successione - hanno inciso su tre colture alimentari su quattro con effetti negativi su resa e qualità dall'impollinazione dalle api. È quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell'European Severe Weather Database, dopo il nubifragio che ha colpito l'area adriatica del Sud Salento il 18 novembre scorso, con epicentro tra Otranto e Uggiano La Chiesa.
"Campi allagati, con le barbatelle sott'acqua - insiste Coldiretti dopo una prima verifica nel leccese - e i vivai che attendono di poter verificare i danni, mentre il fiume Idro ha raggiunto livelli mai vista prima a causa della quantità record di acqua piovana caduta in poche ore".
A pagare un conto salato in autunno - sottolinea la Coldiretti Puglia - è l'agricoltura con la raccolta delle olive in corso, mentre nei terreni sono maturi gli ortaggi autunnali e bisogna effettuare le tradizionali semine primaverili ostacolate dal maltempo. Il risultato - sottolinea la Coldiretti regionale - è un conto dei danni che sale a oltre 150 milioni di euro nel 2021, tra perdite della produzione agricola regionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Alla perdita del raccolto stagionale infatti si aggiungono in molti casi danni destinati a durare nel tempo come per le piante da frutto divelte dalla furia delle acque per le quali - continua la Coldiretti - occorreranno anni prima che possano tornare a produrre.
Sardegna, Coldiretti chiede lo stato di calamità
Animali morti, colture orticole e in particolare carciofi, erbai a mollo, serre allagate, strade rurali e recinzioni divelte. Si allarga anche al Centro e Nord Sardegna la scia di danni inferta dall'ondata di maltempo in Sardegna che aveva inizialmente interessato l'area di Cagliari e il Sulcis. Una raffica di precipitazioni intense e bombe d'acqua - cadute sul territorio in rapida successione - hanno fatto tracimare i torrenti. Oltre ai centri abitati a pagare il prezzo più alto è ancora una volta l'agricoltura a causa di un clima sempre più tropicale. Nel giro di pochi giorni si è passati da un prolungato periodo di siccità, a una serie di bombe d'acqua che hanno fatto registrare in alcune zone del Sud Sardegna un quarto delle medie annuali di pioggia.
Il 16 novembre a pagare il prezzo più alto è stato il Centro Sardegna nel comprensorio di Siniscola e in particolare a Lodè, dove la furia dell'acqua ha travolto e ammazzato anche delle pecore, oltre a erbai, strade rurali e recinzioni. Danni anche nel Nord Sardegna, con la bomba d'acqua che ha colpito Monti, che ha coinvolto anche qualche strada rurale. Ma danni se ne sono registrati anche nel Sarrabus, nell'Oristanese e a macchia di leopardo anche in altri territori. Perdite che si sommano a quelle già pesanti di domenica scorsa che avevano interessato diverse serre e campi di carciofi della parte sudorientale dell'Isola da Capoterra e Sarroch fino ai diversi comuni del Sulcis.
"La Regione deve dichiarare lo stato di calamità naturale garantendo immediati ristori alle aziende agricole che hanno effettivamente subìto danni - afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Interventi che per essere tali devono essere mirati e celeri, altrimenti ci fermiamo se si tratta d'intenti e ulteriori perdite di tempo e illusioni per le aziende agricole già martoriate dalle numerose calamità che si manifestano nel corso dell'anno". Le intense piogge di questi giorni stanno anche rallentando, e in qualche caso ulteriormente danneggiando, la stagione dell'olivicoltura già duramente colpita dalla siccità della prima parte dell'autunno.
Sicilia, Cia chiede lo stato di calamità
Nella Sicilia già stanca per oltre venti giorni di piogge ormai non si può raccogliere e non si può seminare. Nella zona orientale, danni pesanti sono stati subìti dalle coltivazioni del Limone di Siracusa Igp e dagli ortaggi. Stessa sorte a quelli tra Siracusa e Ragusa dove continuano le grandinate e le trombe d'aria. Sommerse dall'acqua anche le ortive in pieno campo nella zona di Noto e Rosolini. I fiumi Tellaro e Anapo, sono finiti sopra il livello di guardia.
"Gli eventi drammatici dell'ultimo periodo hanno messo in discussione l'attuale gestione del territorio. Cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico e consumo di suolo sono fattori che penalizzano la crescita dell'agricoltura. Chiediamo al Governo regionale la dichiarazione dello stato di calamità attivando anche delle sottomisure 5.2 e 4.3 del Programma di Sviluppo Rurale per interventi sul territorio e per aziende" dichiara Rosa Giovanna Castagna, presidente della Cia Sicilia.
"Il persistere di tanti fenomeni atmosferici avversi non può risolversi con il ristoro dei danni, per quanto necessario e indispensabile adesso - sottolinea Castagna - ma anche con interventi di prevenzione e cura, di corsi d'acqua e strade, investimenti in ricerca e innovazione per la lotta al dissesto idrogeologico e la salvaguardia della sicurezza nei centri abitati e nella viabilità, guardando all'opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e ai fondi per la transizione ecologica".
"Pertanto, chiediamo alla Regione - conclude Castagna - di costituire subito la cabina di regia coinvolgendo i rappresentanti delle organizzazioni di categoria per attivare anche i finanziamenti sia nazionali che regionali necessari per gli interventi e sbloccare i risarcimenti dei danni del 2018".
"Qui - fa sapere la Cia provinciale di Siracusa - si lavora alla stima dei danni su migliaia di ettari. Oltre agli agrumeti, letteralmente distrutti campi di finocchi e insalata".
"I ristori ci devono essere - afferma in una nota Cia Sicilia Orientale - ma senza una politica seria di gestione del territorio, gli imprenditori agricoli non investiranno più in queste zone, non reimpianteranno gli agrumeti trascinati dalla piena. Prevarrà la paura di perdere tutto di nuovo".