Il calo sostanziale di acqua negli invasi di oltre 118 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso sta contribuendo a compromettere i raccolti, per via del razionamento dell’irrigazione. Il tutto dopo l’inverno più caldo dal 1800 e una primavera fuori dai canoni, che stanno contribuendo a compromettere i raccolti.
E pensare che pochi giorni prima – il 15 maggio – aveva contato i danni alle colture Cia Puglia per il vento e le trombe d’aria nella provincia di Bari, ma anche a Barletta Andria Trani e Foggia, episodi che hanno colpito con particolare gravità i ciliegeti in fase di raccolta.
Ecco una sintesi dei due eventi dagli esiti disastrosi sullo stesso territorio, il caldo torrido seguito a tempeste di vento in terra di Puglia - che sono poi due facce della stessa medaglia: l'aumento dell'energia presente in atmosfera.
Caldo anomalo e siccità
“Da Foggia a Lecce tutte le province in Puglia stanno vivendo una grave stagione siccitosa, con la mancanza di acqua che sta pregiudicando le colture in atto, ma anche le produzioni che saranno raccolte nei prossimi mesi. Grano, pomodoro, ulivi, angurie, uva, albicocche, melograni, pesche e percoche, e ortaggi hanno necessità di essere irrigati. Viviamo una stagione di caldo anomalo che già necessita dell’irrigazione di soccorso”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia il 18 maggio.E appena ieri, l'Anbi ha confermato come "torna ad aggravarsi il deficit d’acqua nei bacini di Puglia: 125,16 milioni di metri cubi in meno rispetto ad un anno fa". Mentre in provincia di Taranto il Consorzio di bonifica di Stornara e Tara non ha ancora cambiato la pianificazione dell’irrigazione, che prevede apporti solo ogni 15 giorni. E sullo sfondo c’è la sospensione – deliberata proprio ieri dalla giunta regionale della Puglia – del commissario straordinario unico ai Consorzi di bonifica Alfredo Borzillo: “temporaneamente sostituito” dal sub commissario Antonio Renna.
Le aree pugliesi esposte al rischio desertificazione sono pari al 57% - ricorda Coldiretti Puglia - e “Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende l’acqua necessaria per la crescita delle colture.”
Da parte dell'organizzazione agricola si ribadisce la posizione sostenuta da tempo: dare il via ad una politica mirata per l'irrigazione, con la costruzione di microinvasi e la riparazione degli acquedotti irrigui, che in media hanno perdite del 50%.
Vento e trombe d’aria
Eppure, pochi giorni prima, il 15 maggio, si erano contati altri danni, causati dal vento forte di scirocco e dalle trombe d’aria che hanno squassato interi comprensori agricoli specie tra le la province di Bari, Barletta Andria Trani e Foggia che sono state le più colpite. Secondo quanto riferisce Cia Puglia, sono risultati gravemente compromessi soprattutto i comparti cerasicolo e dell'uva da vino e da tavola. “I tappeti di ciliegie nelle campagne del barese, ormai in fase di raccolta, sono l'emblema dei danni delle ultime avversità atmosferiche che hanno trafitto il mondo agricolo – sottolinea Cia Puglia - I giovani tralci delle uve da vino sono stati spezzati e così le uve da tavola”.In provincia di Bari interi vigneti sono stati distrutti dalla tromba d'aria del 14 maggio e in molti casi i teloni sono stati divelti dagli impianti. In provincia di Foggia, la tempesta di vento nella notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 maggio ha danneggiato soprattutto le uve bianche. Sono stati riscontrati danni anche nei vigneti con la doppia rete, dove i tralci sono maggiormente protetti. Tra i comuni più colpiti, Poggio Imperiale, Lesina, Torremaggiore, San Severo e San Paolo di Civitate. Il forte vento ha spezzato rami di ulivo e abbattuto alberi in tutta la regione, procurando danni a frutteti, serre e capannoni.
"Abbiamo chiesto il riconoscimento dello stato di calamità in deroga alla legge 102/2004 - riporta il presidente regionale Cia Puglia, Raffaele Carrabba - Ma ora più che mai, come più volte richiesto, alla luce dei repentini cambiamenti climatici, occorre una riforma della legge, che risulta allo stato anacronistica e ormai inadeguata. La Cia propone di costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale ed in parte dai fondi del Psr, svincolare gli agricoltori sui rischi da assicurare e ridurre le franchigie”.
Cia Puglia inoltre, nel sottolineare che anche il vigente sistema assicurativo incentivato “non aiuta”, ha rivolto un appello al ministero per le Politiche agricole, affinché si affronti in maniera strutturata il tema dei danni da calamità naturale.