Il presidente ha inoltre sottolineato che dal secolo scorso, sia lo sviluppo scientifico che tecnologico, sono andati correlandosi al progressivo benessere e alla salute della collettività, come dimostra l'incredibile aumento della vita media e della qualità della stessa. "Infatti - ha aggiunto Cantelli Forti -, analizzando attentamente il binomio salute-benessere è possibile affermare che un fondamentale contributo è venuto dal miglioramento alimentare, inteso come riduzione di un fattore di rischio primario per ogni popolazione. Oggi è possibile scegliere materie prime in grado di garantire un'alimentazione corretta, di qualità e sicura. Meno sotto i riflettori mediatici e con meno enfasi l'avanzamento scientifico e culturale delle Scienze agrarie e veterinarie hanno determinato tutto questo. In prospettiva la ricerca multidisciplinare tra le Scienze agrarie e le Scienze della vita si presenta vincente per garantire ulteriori contributi alla qualità della vita tramite strategie sempre più mirate alla salute dell'uomo e alla tutela dell'ambiente".
La parola è passata alla senatrice Elena Cattaneo, che ha illustrato ai presenti come tecnologia e innovazione scientifica siano alla base della salute umana e della produzione di cibo sicuro e accessibile. "Il nostro presente, complice la pervasività dei nuovi strumenti di comunicazione, si caratterizza dalla diffusione costante di una rappresentazione della realtà in cui si alimentano contraddizioni e profonde distorsioni. Tra queste vi è una 'narrazione al consumatore' che vorrebbe ridefinire il nostro quotidiano, cominciando dal contestare ciò che mangiamo e da come lo produciamo, basandosi sull'affermazione-feticcio naturale=buono".
"Eppure - ha continuato la senatrice -, la storia dell'uomo è un susseguirsi di metodi e tecniche affinati nelle epoche e nei secoli per difendersi ed emanciparsi dalla natura. Eppure, la natura ci ha 'regalato' virus, malattie, carestie, catastrofi - ha spiegato la professoressa Cattaneo -. L'uomo, oggi, ha imparato a proteggersi da alcune di queste minacce grazie alle preziose conquiste che la scienza ha raggiunto con fatica e che ha messo a disposizione di tutti noi. Grazie ai vaccini evitiamo malattie che fino a poche decine di anni fa minacciavano la sopravvivenza di tutti noi ad ogni latitudine e sappiamo come mettere al sicuro anche chi non può vaccinarsi. Grazie alla tecnologia e all'innovazione abbiamo imparato anche a proteggere le nostre piante dai virus e dai batteri e anche come produrre più cibo e fare in modo che sia sicuro e accessibile. Queste conquiste della scienza hanno rivoluzionato alcune branche della medicina, permesso di evitare sofferenze e di salvare vite. Nessuno, o quasi, in tema di tecnologie genomiche per la cura e prevenzione di malattie dell'uomo ha mai coltivato dubbi, frapposto limitazioni artificiose alla ricerca e all'accesso alle conquiste nel settore".
"Quando si è trattato di liberare le tecnologie e gli avanzamenti conoscitivi utili a produrre il cibo di cui ci nutriamo e di cui, nei prossimi decenni, ci sarà sempre più bisogno si è avuta la più grande levata di scudi, nutrita dalla diffidenza verso la scienza, di cui abbia memoria - ha dichiarato la senatrice -. Fino alla fine degli anni '90 l'Italia era all'avanguardia della ricerca in biotecnologie e genetica applicate alle piante. Sapevamo come salvare il mais dalle fumonisine, le mele dalla ticchiolatura, il pomodoro dai virus, varie piante dall'aggressione di funghi, addirittura aumentando la produzione ed eliminando i semi e con questi il timore della diffusione di alcuni tipi di piante Ogm. Poi tutto è andato letteralmente in fumo. Da allora, nonostante i numeri raccontino di un paese dipendente dall'estero per le principali commodities e di una bilancia agroalimentare sempre più in affanno, la politica si è comportata come uno struzzo non volendo più né vedere né sentire le prove della scienza e, anzi, incoraggiando una narrazione romantico-bucolica del 'ritorno alla madre terra e alla natura' che ha classificato gli agricoltori in buoni (chi pratica l'agricoltura biologica e biodinamica) e 'cattivi' (chi utilizza metodi integrati), dipinti come avvelenatori che, incuranti della "Natura", hanno "inquinato l'economia e il pianeta".
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