Non c'è solo il Nord Italia ad attendere con ansia gli effetti della perturbazione di questo prossimo fine settimana: a fronte di un Mezzogiorno che in questa primavera si rivela ricco d'acqua, c'è una regione dove oggi l'acqua c'è, ma che è appena entrata in preallerta per la siccità, dopo essere stata una delle protagoniste di quella del 2017: la Sardegna.

La Regione autonoma della Sardegna pubblica ad ogni inizio mese il "Bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna" il quale riporta i dati sulla presenza di acqua negli invasi alla fine del mese precedente, che sono ad uso plurimo: potabile e irriguo. E poche ore fa è stato pubblicato l'ultimo bollettino, con i dati aggiornati 31 marzo 2019, quando erano presenti nel sistema degli invasi 1.554 milioni di metri cubi d'acqua, pari all'88,1% della capacità complessiva autorizzata per i ben 30 bacini artificiali dell'Isola.

"Il valore del volume idrico invasato al 31 marzo 2019 ha subito una diminuzione di 25 milioni di metri cubi rispetto al volume invasato al 28 febbraio 2019" avverte la nota del Servizio tutela e gestione delle risorse idriche, vigilanza sui servizi idrici e gestione delle siccità della Regione, che è parte integrante della direzione generale del Distretto idrografico della Sardegna.

"Per quanto riguarda l'indicatore di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità dell'intera isola relativo al mese di marzo 2019, si registra una condizione di 'preallerta', con un valore dell'indicatore pari a 0,44" aggiunge la nota.

Si tratta di una situazione diversa rispetto a quella fotografata dallo stesso Servizio il 31 marzo 2018, quando nei trenta bacini della Sardegna si segnalavano 1.245,93 milioni di metri cubi d'acqua, pari al 70,54% della capacità complessiva autorizzata. Un quantitativo frutto di un marzo piovoso (+31,43% dell'acqua invasata in un mese), che faceva seguito alla perdurante siccità che si era abbattuta nel corso dell'estate 2017 su tutta la Sardegna. Tanto è vero che le riserve idriche invasate nei trenta bacini della Sardegna al 28 febbraio 2018 era pari ad appena 948 milioni di metri cubi, pari al 53,69% della capacità complessiva autorizzata.

Quella che segue è la descrizione delle sette zone idrografiche della Sardegna, con i dati sui volumi d'acqua invasati riferiti al 31 marzo scorso.

Nella nella zona idrografica del Sulcis Iglesiente, forte di quattro invasi, ci sono ben 68,59 milioni di metri cubi d'acqua, pari al 90,42% della capacità complessiva autorizzata. Nella zona del Tirso, dove sono presenti otto invasi, tra i quali l'Omodeo sul Tirso, da 365,62 milioni di metri cubi autorizzati, si contano complessivamente ben 407,60 milioni di metri cubi d'acqua invasata, pari all'89,52% della capacità autorizzata.

Nella zona idrografica del Coghinas, Mannu Temo, forte di ben sette invasi, ci sono altri 312,73 milioni di metri cubi, anche qui tanta acqua, pari all'86,16% dei volumi autorizzati. Nella zona idrografica del Liscia si registra il 100% di acqua invasata sulla capacità autorizzata: 104,45 milioni di metri cubi in un unico bacino.

La zona idrografica del Posada Cedrino, due invasi, invece, con 34,12 milioni di metri cubi d'acqua è al 89,48% della capacità. La zona Sud orientale con 48,68 milioni di metri cubi d'acqua ritenuta si attesta al 79,48% della capacità d'invaso autorizzata.

Non ci sono preoccupazioni neppure per la zona idrografica più importante, quella del Flumendosa Campidano Cixerri: qui con 578,50 milioni di metri cubi d'acqua nei dieci invasi presenti è ritenuta risorsa pari all'88,01% dei volumi autorizzati.