Campania in festa per le castagne e i marroni di Serino: la Commissione europea il 12 settembre scorso ha emanato il Regolamento di esecuzione (Ue) 2018/1234 con il quale ha registrato il marchio  "Marrone di Serino" o "Castagna di Serino" a Indicazione geografica protetta. L’atto della Commissione, firmato dal commissario per l’Agricoltura Phil Hogan è stato pubblicato venerdì 14 settembre sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 231/18 ed quindi già possibile apporre il bollino di tutela sul frutto autunnale dell'importante areale di produzione per la castagna tra le province di Avellino e Salerno.

È la terza castagna campana a ricevere il marchio comunitario di protezione - spiega Coldiretti Campania in una nota - insieme a quelle di Montella e Roccadaspide. L'Igp di Montella è stata peraltro la prima in Europa dedicata alla castagna. Le Igp delle castagne italiane salgono così a 12, mentre tre sono le Dop, che fanno del nostro paese il primo in Europa per riconoscimenti. In Spagna c'è una sola Igp per la Castaña de Galicia, mentre la Francia vanta l'unica Dop con la Châtaigne d'Ardèche.
 

La doppia denominazione: castagna o marrone

Italo Santangelo, consulente agronomo, pubblicista e già funzionario dell'assessorato Agricoltura della Regione Campania spiega il perché della doppia denominazione ed anche i suoi vantaggi: "Per grandezza del frutto (calibratura massima 85 frutti per kg allo stato fresco, secondo il disciplinare, Ndr), sicuramente ci troviamo di fronte ad un marrone, uno dei più grandi d'Italia per altro, ma storicamente il prodotto è sempre stato più conosciuto sul mercato come castagna di Serino, e questa menzione era contenuta anche nell'elenco Prodotti agroalimentari tradizionali del Mipaaf, e si è così ottenuto dall'Unione europea di poter utilizzare la doppia denominazione, che dal medesimo operatore potrà essere utilizzata indifferentemente, marrone o castagna, ma anche contemporaneamente".
 

Zona di produzione e superfici investite

La zona di produzione del Marrone/Castagna di Serino Igp comprende i territori dei comuni della provincia di Avellino di Serino, Solofra, Montoro, San Michele di Serino, Santa Lucia di Serino, Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Chiusano San Domenico, Cesinali, Aiello del Sabato, Contrada e Forino. L'areale comprende anche i comuni salernitani di Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, San Cipriano Picentino, Castiglione dei Genovesi e Calvanico.

La superficie investita stimata - secondo Coldiretti Campania - è di circa 3.600 ettari - 2.400 nell'avellinese e 1.200 nel versante salernitano - che dava luogo prima del cinipide del castagno ad una produzione media annua di 60mila quintali all'anno ed un fatturato superiore ai 5 milioni di euro.

"Sono numeri che vanno presi con le pinze, i 60mila quintali rappresentano una produzione potenziale - sottolinea Santangelo - oggi la produzione è sicuramente minore a causa del cinipide e, in prospettiva, con la fine di questa calamità e la ripresa produttiva, è augurabile che l'Igp contribuisca a valorizzare anche questo prodotto campano, atteso che, negli anni bui dell'infestazione, le aziende di trasformazione dell'avellinese hanno imparato a comprare a prezzi bassi prodotto sui mercati internazionali".

Soda e croccante, dal caratteristico sapore dolce, questa castagna è particolarmente adatta per il consumo fresco e per la produzione dei marron glacée. "E con l'Igp saranno proprio le aziende di trasformazione ad avere l'opportunità di rilanciare la produzione castanicola tipica del serinese" conclude Santangelo.
 

Caratteristiche agronomiche del prodotto

Il “Marrone di Serino” o “Castagna di Serino” designa i frutti allo stato fresco, pelati, essiccati in guscio ed essiccati sgusciati interi, provenienti dalla specie Castanea sativa varietà Montemarano detta anche Santimango o Santomango o Marrone di Avellino o Marrone avellinese e varietà Verdola o Verdole, autoctone dell’areale di produzione.

Il "Marrone di Serino"/"Castagna di Serino" Igp è un frutto con raggiatura stellare medio-grande, ha una pezzatura medio-grossa e raramente presenta settature. La forma è generalmente rotondeggiante, per lo più asimmetrica. L’apice, da acuto ad aperto, ha una pelosità mediamente estesa; il pericarpo, per lo più sottile e poco elastico, è di color marrone lucido con striature scure, uniformi e filiformi, e presenta la faccia interna ricoperta di peli, poco lunghi, di colore bianco sporco.

L’ilo è medio-grande con scarsa peluria residua e con una linea di contorno generalmente regolare. La torcia è mediamente lunga e formata da 6-8 stili generalmente disuguali. L’episperma, mediamente aderente al seme, è sottile, di colore marrone rossiccio, con nervature più scure ed evidenti.
 

Il commento di Coldiretti Campania

"La castanicoltura campana – commenta Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – sta risalendo la china dopo anni drammatici, dovuti alla piaga del cinipide. Una vicenda che ha segnato profondamente la produzione di questo frutto straordinario e ricco di qualità nutritive. Ma non siamo stati fermi a guardare. La nostra organizzazione è stata in prima fila con i suoi tecnici per collaborare con la Regione alla lotta biologica, ma anche per l'introduzione della riclassificazione dei castagneti da frutto, distinguendoli dal bosco. La terza Igp per la Campania conferma la forte vocazione della nostra regione, oltre al primato nel Mezzogiorno per marchi Dop e Igp, e ci spinge a lavorare con rinnovata convinzione per la rinascita di un comparto che sembrava destinato all'estinzione".