Ma qual è lo stato dell'arte del vino Frascati oggi? Come si colloca nel panorama enologico italiano e internazionale? Lo abbiamo chiesto a Paolo Stramacci, presidente del Consorzio tutela denominazioni vini Frascati.
Stramacci, intanto quando si parla di Frascati di che realtà stiamo parlando in termini di aziende e volumi di produzione?
"Attualmente fanno parte del Consorzio 33 cantine che rappresentano oltre il 95% della produzione dei vini a denominazione; i viticoltori, che producono uve che vendono o conferiscono ai vinificatori e agli imbottigliatori, sono oltre 300; le aziende a filiera corta che lavorano prevalentemente uve provenienti dai loro vigneti sono 17, mentre gli imbottigliatori, che lavorano vino o uve di terzi, sono 16. Stiamo entrando sul mercato con la vendemmia 2017 dalla quale sono state imbottigliate circa 6 milioni e mezzo di bottiglie tra Frascati Doc, Frascati Superiore Docg e Cannellino di Frascati Docg".
Il nome Frascati è legato nell'immaginario al vino dei Castelli e delle osterie romane, ma oggi si punta anche sull'alta, anzi altissima qualità. Che rapporto c'è tra il vino popolare della tradizione e le eccellenze enologiche delle cantine di oggi?
"L'attuale produzione dei vini Frascati Doc e Frascati Superiore Docg sta raccogliendo i frutti degli importanti investimenti che sono stati realizzati nell'ultimo decennio sia in vigna sia in cantina. Infatti, arrivare ad ottenere un vino di alta qualità non è mai frutto di improvvisazione, ma il risultato di anni di impegno e di lavoro. Oggi ci dobbiamo confrontare con un mercato esigente perché più consapevole. Ma anche la consapevolezza e l'esperienza delle nostre cantine è cresciuta. Per questo le nostre aspettative di successo sono ampie e fondate".
Questa tradizione è una opportunità o costituisce anche un pregiudizio, l'idea di vini andanti, da banco e da osteria?
"Il rapporto con la storia è importante nel racconto del vino: dimostra che il presente è il risultato di tanti passaggi metabolizzati, di tante sperimentazioni che poi si sono assestate rispondendo a richieste sempre più mirate: e quindi rappresenta una evoluzione. Oggi i vini Frascati sono presenti nella migliore ristorazione e nelle enoteche qualificate. Le cantine si misurano nei concorsi internazionali ed iniziano ad emergere in modo esponenziale; le guide italiane danno sempre più spazio al nostro territorio. Le nuove generazioni conoscono il presente ma sanno, senza giudicare, che c'è un importante passato che fa da base di lancio".
![Il presidente del Consorzio Paolo Stramacci](https://agronotizie.imagelinenetwork.com/materiali/Varie/Image/Matteo_Giusti/paolo-stramacci-by-consorzio-tutela-denominazioni-vini-frascati-490-jpg.jpg)
Paolo Stramacci, presidente del Consorzio tutela denominazioni vini Frascati
Frascati è terra da vino sin dalla fondazione di Roma, potremmo dire, ma solo nel 2011 è arrivato il riconoscimento Docg per tre tipologie: Superiore, Superiore Riserva e Cannellino. Come mai questo ritardo?
"Il riconoscimento della Docg al Frascati Superiore e al Cannellino di Frascati è arrivato con tempi più lunghi rispetto ad altri vini che hanno ricevuto la Doc anche dopo il nostro Frascati, è vero, ma sono stati tempi necessari all'acquisizione di una moderna consapevolezza delle dinamiche del vino proveniente dal nostro complesso e vasto territorio e alla comprensione del cambiamento dei mercati. C'è stato un periodo in cui il Frascati ha avuto un successo travolgente sia in Italia che all'estero. Il successo va saputo gestire: sul nostro territorio si sono aperte delle falle che hanno intralciato il percorso. Ma alla fine il buon senso e l'impegno stanno colmando qualunque distanza".
Il riconoscimento della Docg ha portato dei benefici?
"Il Frascati Superiore Docg è il vino sul quale abbiamo puntato di più. Ed il riconoscimento della validità di questa scelta non si è fatto aspettare. Oggi assistiamo ad un considerevole incremento di questa produzione perché la richiesta è sempre più importante. Il dato rilevante è stata la progressione nel tempo dell'imbottigliato del Frascati Superiore Docg assorbito dal mercato, dovuto al sempre maggior coinvolgimento dei protagonisti storici del territorio: con l'annata 2016 ha superato il milione di bottiglie, prodotto in quasi tutte le cantine; si era a circa 760mila bottiglie nel 2015, a 725mila nel 2014, a 666mila nel 2013 e solo poco più di 16mila bottiglie erano state immesse in commercio nel 2012, appena dopo la concessione della Docg. I benefici stanno aumentando come conseguenza della consapevolezza dei produttori della ricchezza del loro patrimonio vitivinicolo, che ricordo essere ospitato da uno dei terreni a tessitura vulcanica tra i più antichi che abbiamo in Italia, terreni ricchi di minerali che naturalmente portano in equilibrio pianta e raccolto".
Qual è oggi il mercato di riferimento dei vini di Frascati?
"Il Frascati sta riguadagnando terreno sul piano nazionale, ma è sull'estero che i produttori si mettono più in gioco. La Germania e l'Inghilterra, al netto delle problematiche sul commercio internazionale, sono i paesi più interessati, oltre agli Usa, naturalmente. Ma è curioso che anche i mercati asiatici, generalmente più interessati ai vini rossi, inizino a scoprire e ad amare il Frascati".
E quali sono i programmi per il futuro?
"Stiamo registrando con soddisfazione che la qualità dei vini delle aziende aderenti al Consorzio tutela denominazioni vini Frascati è sempre più accreditata tra i giornalisti del settore e sta mettendo tanta curiosità tra gli appassionati e gli addetti della ristorazione e del commercio ma non solo. Sta coinvolgendo anche una fascia di giovani sempre più ampia. E' soprattutto a loro che dobbiamo guardare, lavorando per non deludere le loro aspettative, facendo sentire la nostra presenza continua nella valorizzazione dell'immagine del vino Frascati".