Un'assemblea iniziata non a caso il 23 maggio, in concomitanza con l'anniversario della strage di Capaci, una ricorrenza che il Conaf ha voluto ricordare e celebrare, dando il via ai lavori proprio davanti alla casa di Giovanni Falcone, sotto l'albero di ficus, che ormai è conosciuto come l'albero di Falcone.
Un albero che il Conaf ha adottato, a nome di tutti i professionisti, sia in maniera simbolica apponendo una targa, sia in maniera concreta realizzando una nota tecnica da consegnare al comune di Palermo per la corretta gestione e la salvaguardia di questa pianta.
Una cerimonia breve ma dal messaggio chiaro e netto a voler dire che i dottori agronomi e forestali sono e saranno sempre dalla parte della legalità.
L'assemblea ha poi proseguito i suoi lavori incentrati soprattutto sul tema forestale, che ha visto entrare in vigore il 4 maggio il così detto codice forestale, il testo unico in materia. Un aspetto quello della gestione dei boschi, centrale per il Conaf e per il paese, che vede più di un terzo della sua superficie coperto dai boschi, sempre più in espansione con l'abbandono delle terre agricole, ma che poi utilizza solo il 5% della risorsa legnosa disponibile.
La nuova normativa vuol portare a riconsiderare il bosco come risorsa rinnovabile, e non come spesso avviene come zona abbandonata e totalmente inselvatichita.
L'abbandono in cui versano la maggior parte delle nostre foreste non può essere infatti considerato un scelta di tipo culturale e colturale, come ha detto il presidente Andrea Sisti, ma solo una rinuncia all'uso corretto di una risorsa importante soprattutto per le aree interne.
Una risorsa che, come ha sottolineato Sisti, è da intendere non solo come produzione legno, ma nel suo complesso, in un'ottica completa di gestione sostenibile.
Ad esempio si può pensare ai prodotti del sottobosco, alla gestione faunistica, al turismo, alla didattica e all'educazione ambientale.
Ma l'assemblea non si è limitata a guardare l'agricoltura e la silvicoltura di casa nostra, grazie alla visita dell'ambasciatrice in Italia dell'Uganda, Mumtaz Kassam.
Una visita fuori programma, ma di estremo interesse, che ha allargato le prospettive dei lavori.
L'ambasciatrice ha voluto presentare il suo paese ai presidenti degli agronomi e dei forestali italiani.
Un paese a forte vocazione agricola, con grandi potenzialità di sviluppo e grandi necessità di competenze professionali.
Un paese ricco d'acqua, con il lago Vittoria e il primo tratto del Nilo e delle sue paludi che coprono circa il 15% del territorio, una produzione agricola e zootecnica che punta sulle esportazioni di caffè, cacao, pesce e cuoio e, non in ultimo, uno dei paesi africani con il tasso di crescita economica tra i più alti del continente.
L'appello dell'ambasciatrice è quello di avere nuovi tecnici che aiutino il paese a realizzare nuove aziende agricole e a migliorare quelle esistenti, soprattutto nel settore del caffè dove l'Uganda è il secondo produttore africano e il decimo al mondo, ma che vuole continuare a crescere, soprattutto sviluppando la filiera completa del prodotto, dalla coltivazione alla tostatura.
Un appello e un invito che è stato accolto dall'assemblea, e potrà portare ad ampliare l'attività che già molti professionisti italiani svolgono all'estero.