Sono iniziati i lavori del progetto europeo Olive4climate, coordinato dall’Università degli Studi di Perugia, che vede coinvolti il dipartimento di Scienze agrarie alimentari e ambientali, il dipartimento di Ingegneria e il dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell'università umbra.

Olive4climate è un progetto finanziato dal fondo Life dell’Unione europea con quasi 2 milioni e 400 mila euro, e studierà le relazioni fra coltivazione degli olivi, produzione di olio, cambiamenti climatici e desertificazione.

Il progetto coinvolge 8 partner provenienti da Italia, Germania, Grecia e Israele.
Tra i soggetti coinvolti ci sono università e centri di ricerca, consorzi di produzione e industrie, con l’obiettivo di elaborare una visione sistemica del processo produttivo dell'olio extra vergine di oliva per quantificare e certificare le emissioni di gas e la carbon footprint, così come la capacità di sequestro dell’anidride carbonica atmosferica da parte dell’oliveto nel suo complesso – sia alberi che suolo - determinando la correlazione esistente tra tecniche agricole sostenibili e mitigazione dei cambiamenti climatici.

Grazie alla partecipazione di Israele, i ricercatori intendono anche dimostrare come l'oliveto possa essere utilizzato non solo come strumento per ridurre la quantità di anidride carbonica nell'atmosfera, ma anche per arginare i processi di desertificazione, grazie alla capacità di adattamento ai climi aridi di questa specie che, se opportunamente gestita, consente di reintrodurre sostanza organica nel terreno.

Ad aspetti di ricerca teorica si uniranno, ovviamente, studi in campo in Italia, Grecia e Israele, per rispondere alla sfida di implementare, attraverso azioni dimostrative, strategie di miglioramento della sostenibilità della filiera olivicolo-olearia e promuovere nelle diverse realtà produttive i metodi di coltivazione che più rispondono all’esigenza di mitigare i cambiamenti climatici.

Olive4climate punta ad ottenere numerosi risultati nella gestione sostenibile della filiera di produzione dell'olio extra vergine di oliva – spiega il professore Primo Proietti, coordinatore della ricerca – L’idea è quella di creare dei protocolli sostenibili per la gestione degli oliveti e dei frantoi, includendo il riutilizzo dei rifiuti del ciclo produttivo. Tutto questo permetterà di promuovere l’olio di oliva extra vergine e vergine attraverso un’ adeguata etichettatura che ne certifichi l'impatto ridotto o addirittura positivo sull'ambiente e di individuare strumenti capaci di riconoscere il contributo degli oliveti alla mitigazione del cambiamento climatico, come la creazione di un mercato di crediti di carbonio , anche con riferimento alla desertificazione, e quindi di aprire la strada a specifiche ricadute economiche per le aziende virtuose”.