“L’import di vino italiano nei principali mercati mondiali continuano a essere trainate dagli spumanti – sottolinea Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor Nomisma – la crescita per questa tipologia nei primi cinque mesi del 2016 è infatti superiore al 20%, mentre nel caso dei vini fermi imbottigliati la variazione è appena dell’1%”.
Sono gli Stati Uniti e il Regno Unito a confermarsi i principali mercati di sbocco del Prosecco, che nel frattempo si fa strada anche sul mercato francese. “Nei primi cinque mesi del 2016 le importazioni in Francia di spumanti Dop italiani, escluso l’Asti, sono praticamente raddoppiate rispetto al 2015 – continua Pantini – passando da meno di 9mila a quasi 19mila ettolitri, per un valore corrispondente di 6,5 milioni di euro”.
In questo momento i vini fermi imbottigliati del Belpaese non stanno invece marciando a grandi passi nel mercato nordamericano, ma sembrano recuperare terreno in Cina e in Russia. In questi due mercati l’import dei nostri vini in questi mercati sono cresciute in valore rispettivamente del 42% e del 16%.
La Spagna si rafforza sul mercato del vino sfuso, anche se poi cresce sul mercato Usa e Cina.
Sul più importante mercato asiatico il vino che sta conquistando importanti quote di mercato è il vino australiano, grazie a un accordo di libero scambio entrato in vigore nel dicembre scorso e per il quale è previsto l’azzeramento dei dazi all’import per il vino entro il 2019. Il vino australiano è cresciuto in Cina nel primo periodo 2016 del 43%, elevando la sua quota di mercato dal 16 al 25%.