Nei giorni scorsi Amazon, la grande azienda statunitense del commercio online, ha annunciato che dal prossimo autunno approderà in Germania con il servizio Fresh, fornendo accanto ai tradizionali prodotti anche quelli freschi. Poco più di un mese fa Amazon aveva presentato a Berlino il servizio “Prime Now”, che permette ai consumatori di comprare verdura, frutta e alcuni prodotti preconfezionati, con l’obiettivo di far recapitare l’ordine tramite corriere nel giro di una o due ore.
Non è il caso di farsi prendere dai facili entusiasmi, visto che negli Stati Uniti la società creata da Jeff Bezos ha lanciato il servizio nel 2007 e sta avendo risposte positive, ma il fenomeno è confinato ad alcune grandi città.
In Repubblica Ceca un’azienda agricola di quasi 2mila ettari, guidata dallo storico fondatore del sindacato degli agricoltori proprietari – uno dei primi nati dopo la rivoluzione anti-comunista – ha scommesso sulla vendita di prodotti lattiero caseari attraverso una flotta di van alla conquista delle piazze e delle fermate degli autobus, dove c’è la maggiore concentrazione di gente. Inoltre, raccogliendo la sfida e le esigenze dei consumatori cechi, la Nemec’s Farm Radonice ha messo in piedi il servizio “Nàkup Z Farmy”, la cui traduzione suona come “acquistato nelle aziende agricole”. Non è altro che la spesa portata direttamente fino a casa o sul luogo di lavoro o in altro posto che il consumatore indicherà. Più pratico e con un risparmio di tempo notevole, per chi ne ha poco. E con una richiesta in sensibile aumento.
Nel nostro Paese un servizio del genere lo ha messo in piedi Metro Cash & Carry – AgroNotizie ne aveva parlato con il responsabile della Qualità della multinazionale per l’Italia, Claudio Truzzi – con l’iniziativa “Metro da te”. Un modo per il cliente non solo di gestire al meglio il proprio (poco) tempo, ma anche la garanzia che la catena del freddo in fase di trasporto sia pienamente rispettata, con notevoli vantaggi sulla salubrità e la bontà del prodotto. Servizi analoghi sono forniti da altre catene.
Anche le aziende agricole possono attrezzarsi per migliorare o far nascere nuovi servizi? La risposta, ovviamente, è sì. Di esempi ce ne sono diversi. Pensiamo al successo di Cortilia, che si definisce “il primo mercato agricolo online a mettere in contatto consumatori e agricoltori locali per fare la spesa come in campagna”.
Internet e agricoltura insieme. In un tandem destinato a rafforzarsi sempre di più, se è vero che lo sviluppo delle Ict, dall’acronimo Information and communications technology, è uno degli obiettivi sostenuto non solo dall’Unione europea, ma anche dai Paesi del G7 e del G20, recentemente riunitisi a Niigata (Giappone) e a Xian (Cina).
Fra i molti esempi che si possono fare di agricoltura al servizio dei consumatori (o dell’horeca e del retail), StraBerry di Cassina de Pecchi, nel milanese, è un esempio virtuoso. Fragole, frutti di bosco e altri prodotti arrivano direttamente in città, grazie a un servizio snello e rapido di trasporto. Naturalmente, grazie a un QR code è possibile conoscere la provenienza del prodotto direttamente con lo smartphone.
D’altronde, se l’agricoltura è considerata ormai un “public good”, un bene pubblico, perché limitarsi alla produzione, alla gestione del territorio e dell’ambiente e non spingersi fino al servizio al consumo?
Lo stesso settore primario usufruisce di alcuni servizi. Pensiamo all’agricoltura in outsourcing: il contoterzismo. Mentre negli ultimi anni, infatti, il numero di aziende agricole è diminuito, le imprese di meccanizzazione agricola hanno incrementato il loro numero, ampliando l’orizzonte di attività e spingendosi dalla zootecnia all’ortofrutta, dalla raccolta e stoccaggio dei cereali alla raccolta e trasformazione delle olive, fino a spingersi a servizi nel settore del biologico, delle farine e affini. Primum vivere, deinde “terziarizzare”?