Il negoziato fra Unione europea e Giappone “potrebbe essere concluso entro il 2016”. Più che una convinzione, per il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, si tratta di un auspicio.
“Pensiamo che se da parte del Giappone c’è la volontà politica di affrontare i principali temi rimasti aperti - ha dichiarato Hogan nel corso di una conferenza stampa al termine della sua missione di alto livello in Cina e Giappone - dovrebbe essere possibile trovare un accordo già quest’anno”.

Durante il suo soggiorno a Tokyo, prima di approdare al G7 dell’Agricoltura di Niigata, sul Mar del Giappone, Phil Hogan ha incontrato il ministro dell’Agricoltura nipponico, Hiroshi Moriyama, ma anche l’Unione delle cooperative agroalimentari giapponesi, la Commissione parlamentare dell’Agricoltura, i ministri delle Finanze, degli Affari esteri, il ministro dell’Economia, commercio e industria, il ministro della Salute, Lavoro e Welfare.

Una missione diplomatica studiata in ogni particolare, che ha coinciso con il lancio dell’iniziativa “Tastes of Europe” per promuovere in alcuni ristoranti l’agroalimentare made in Europe.
L’Unione europea, infatti, ha replicato il modello adottato lo scorso febbraio in Colombia e Messico, in modo da presentare direttamente le opportunità di business alle imprese dell’Ue-28 e da mostrare le opportunità concrete ai Paesi ospitanti.
Così, a supporto delle relazioni politiche, un esercito di un’ottantina di imprese agroalimentari ha potuto prendere i primi contatti o rafforzare i rapporti commerciali già in essere.

Sul versante del negoziato istituzionale il commissario Hogan ha chiesto una conclusione anticipata dell’accordo di libero scambio tra Ue e Giappone. Proprio mentre nel Paese del Sol Levante è in corso la ratifica a livello parlamentare del Tpp, l’Accordo di Partenariato Trans-Pacifico, firmato con gli Stati Uniti e altri 10 Paesi del cosiddetto “Pacific Rim”.

L’Ue chiede di cambiare passo. Lo dichiara a gran voce Hogan: “Ognuna delle due parti conosce bene la posizione dell’altra parte, e dobbiamo, pertanto, passare alla fase finale, per poi raggiungere un compromesso.
Quello che è certo è che “il Tpp non è un modello di libero scambio e noi crediamo che l’Unione europea possa offrire molto di più rispetto a quanto contenuto nell’accordo fra Giappone e Partenariato Trans-Pacifico”. Molto di più, prosegue Hogan, “dell’accesso al mercato per le auto giapponesi”.

D’altronde, per il commissario Ue, “Europa e Giappone hanno molte affinità sul piano legislativo e sono compatibili anche nella ricerca della qualità e della sicurezza alimentare, con standard molto elevati”.
Un punto a favore dei prodotti made in Europe, molto popolari in Giappone, e delle indicazioni geografiche che, sottolinea ancora Hogan, “sono una proprietà intellettuale e indicano la alta qualità delle produzioni, oltre ai valori del territorio dove vengono realizzate e su tali aspetti l’Unione europea sta negoziando sulle modalità con le quali avere una strada compatibile e tutelare le Ig”.

L’accordo Ue-Giappone si trascina da tre anni, dall’aprile del 2013. Le previsioni iniziali erano quelle di concludere entro il 2015, ma così non è stato. Il Giappone chiede che vengano eliminate le tariffe doganali imposte dall’Unione europea sulle automobili e sui prodotti elettronici giapponesi, mentre Bruxelles chiede a Tokyo una maggiore apertura sul versante appunto dei dazi su alimenti e bevande, a partire da carni suine, pasta, e vino. Inoltre, l’Ue chiede maggiore trasparenza e apertura in materia di appalti pubblici.

Nessun diktat, tuttavia, sembra provenire da Bruxelles, che è disponibile a “considerare alcune limitate sensibilità giapponesi, a condizione che sia garantito l’accesso al mercato”. Senza dimenticare che un’intesa aprirebbe concrete chance anche ai produttori agricoli giapponesi di entrare nel mercato europeo, che conta 500 milioni di consumatori.

Il Giappone nel 2015 è stato il quinto mercato per i prodotti agricoli e agroalimentari; ha importato il 4,1% di tutto l’export di materie prime e trasformate made in Ue.
I principali prodotti esportati verso il Sol Levante sono: carne di maiale, vino e alcolici, formaggio, cioccolata e dolciumi.
Le importazioni dal Giappone verso l’Unione europea comprendono principalmente zuppe, salse e condimenti, verdure e semi vegetali, così come cibo e preparazioni a base di cereali.