"L’accordo Cop21 cambierà il modo di produrre così come quello della gestione del territorio. Un grande accordo politico fondamentale per il futuro del pianeta in cui una delle grandi sfide dovrà essere quella di migliorare la capacità dei territori di produzione e lo sviluppo di tecniche agrarie in grado di contribuire alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Una sfida che gli agronomi mondiali hanno già raccolto tracciando le linee del cambiamento con il progetto Global Farm 2030 basato sul principio della sostenibilità". A sostenerlo Andrea Sisti, presidente della World association of agronomists sull'accordo sui cambiamenti climatici di Parigi.

"Ricerca, elaborazione e comunicazione delle migliori pratiche per la sostenibilità attraverso la comparazione dei metodi di produzione e gestione del territorio nei diversi contesti urali e urbani - ha detto il presidente della Waa, Andrea Sisti - è l’obiettivo della nostra azione. Svilupperemo degli indicatori per evidenziare i flussi di innovazione tra i Paesi e le comunità locali e codificheremo standard internazionali per la professione universale dell’agronomo per la responsabilità sociale nella pianificazione e progettazione del cibo per lo sviluppo sostenibile, nel rispetto della diversità dei territori e delle comunità locali".

La Global Farm 2030 è il progetto che la World association of agronomists lascerà come eredità di Expo Milano 2015 in attuazione della Carta universale dell’agronomo con il coinvolgimento di Fao, Unesco e Ifad - Wfp-Ipcc. "Il settore agricolo può svolgere un ruolo chiave nelle strategie di mitigazione ed adattamento a basse emissioni ed aumento della resilienza attraverso il miglioramento delle tecniche di produzione e la promozione di un'agricoltura sostenibile che salvaguardi la biodiversità. Flessibilità agronomica ed adattabilità dei sistemi agricoli - conclude Sisti - sono il binomio per il futuro e la sfida che gli agronomi mondiali lanciano a conclusione della conferenza sul clima".