Il rapporto dell'eurodeputato socialista tedesco Bernd Lange, che fissa dei paletti non vincolanti per i negoziatori, è stato approvato con 434 voti favorevoli, 241 contrari e 34 astenuti, dopo il rinvio deciso alla plenaria di giugno.
Cosa cambia in agricoltura
L'obiettivo principale del partenariato Ue-Usa è quello di azzerare/mitigare alcune barriere tariffarie che colpiscono significativamente l'export di alcuni prodotti europei negli Stati Uniti come cioccolato e formaggi erborinati (i cui dazi arrivano sino al 25%) e quello di eliminare barriere non tariffarie e amministrative che oggi rappresentano un pesante vulnus per le nostre aziende esportatrici.
Attualmente i rapporti commerciali tra le due realtà sono ostacolati soprattutto dalle cosiddette barriere non tariffarie (differenze nei requisiti – sanitari, ambientali, etc. – che regolano la circolazione dei prodotti alimentari). Quelle tariffarie hanno un impatto minore e riguardano più le esportazioni Usa verso l’Europa che il contrario.
Le reazioni
Secondo Paolo De Castro, coordinatore S&D Comagri, "ci sono rischi e opportunità: opportunità per gli spazi che potrà comportare il mercato degli Stati Uniti, oggi con un saldo netto di 6 miliardi di euro. I rischi sono legati al lavoro dei negoziatori, ma noi vogliamo passi indietro su standard di qualità".
Più pessimista Marco Zullo, eurodeputato M5S della Comagri: "A repentaglio produzione europea nell'agroalimentare, rischio che i nostri mercati siano invasi da prodotti di bassa qualità".
Ottimista, invece, anche Herbert Dorfmann, eurodeputato SudTiroler sempre della Comagri: "Sicuramente un'opportunità, oggi i nostri esportatori devono pagare dazi doganali e sottostare a barriere fitosanitarie che spesso non hanno senso". Secondo Dorfmann, "una data realistica per finire il negoziato è il 2017-2018, allora il Parlamento europeo deciderà definitivamente".