Sin troppo scontato iniziare da quella gaffe o da quel refuso che ha trasformato il grano saraceno da ingrediente dei pizzoccheri valtellinesi a temibile invasore dei nostri mercati cerealicoli. La vicenda parte da una proposta di legge che ha strappato più di un sorriso e i quotidiani ci si sono buttati a capofitto, chi con “feroce” vena satirica, come “La Padania” del 4 giugno o “Libero” nello stesso giorno, chi con garbo, come “La Stampa”. A dar voce al protagonista della vicenda, Filippo Gallinella, del Movimento 5 stelle, ci ha pensato  “Repubblica” e si è così potuto spiegare che non il grano saraceno, ma quello straniero, cioè di importazione, invade i nostri mercati ed entra di prepotenza nella pasta “Made in Italy”. Che tanto grano giunga dall'estero è peraltro cosa nota e serve a soddisfare i nostri fabbisogni. Ma la vera preoccupazione viene dal susseguirsi delle frodi che ogni giorno vengono perpetrate a danno dei nostri prodotti. L'ultima in ordine di tempo riguarda un vino famoso, il Brunello di Montalcino, preso di mira dai falsari, come racconta “Repubblica” del 30 maggio. Segno che i controlli funzionano, ma che al contempo lasciano aperte alcune falle. Così sulle pagine de “Il Sole 24 Ore” dell'1 giugno si anticipano le mosse del nuovo piano per contrastare i falsi in campo enologico. La lotta contro le frodi non si ferma al vino e il “Corriere del Mezzogiorno” del 2 giugno racconta l'iniziativa allo studio da parte del ministero per le Politiche agricole per brevettare il made in Italy alimentare. Il business alimentare sembra attirare anche la mafia e le valutazioni de “Il Sole 24 Ore” del 3 giugno parlano di una piaga che ci costa ben 9 miliardi di euro.

Ancora maltempo
A compromettere i conti dei campi ci si mette anche il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo varie zone d'Italia, da Nord a Sud. Così in Veneto si registrano danni anche sul 70% delle coltivazioni, come denuncia la “Tribuna di Treviso” del 31 maggio, mentre in Puglia a soffrire delle eccessive piogge è la cerasicoltura. I dettagli si possono leggere sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” dell'1 giugno. Una vera devastazione, racconta il “Resto del Carlino”, quella subita tra Faenza e Brisighella, in Romagna, dove nemmeno le reti antigrandine hanno potuto salvare i frutteti. Ai danni del maltempo si aggiunge la morsa della crisi, che frena i consumi e congela i prezzi. Uno scenario descritto sulle pagine de “L'Unità” e su quelle del “Resto del Carlino” del 31 maggio. In compenso, ma solo per gli agricoltori con un volume di affari sotto i 7mila euro, è in arrivo l'esenzione dallo “spesometro”. Un'anticipazione la si può leggere su “Italia Oggi” del 5 giugno.

Nuova Pac
Fra tante notizie negative, arriva quasi a consolazione la conclusione degli accordi fra Regioni e Governo sulla nuova Pac. In ballo, spiega il 31 maggio il “Corriere della Sera”, ci sono 52 miliardi e un percorso destinato ad agevolare la giovane imprenditoria agricola. Che l'agricoltura sia una valida opportunità per i giovani lo ribadisce l'analisi targata Coldiretti e riportata da “Avvenire” del 5 giugno. Tornando alla Pac, c'è da registrare la critica posizione dell'industria alimentare espressa attraverso le pagine de “Il Sole 24 Ore” del 31 maggio. Non meno critica la voce che si leva il 2 giugno dal quotidiano veronese “L'Arena” che bolla l'intesa come una fonte di danni per l'agricoltura. Ed è scontro (non poteva essere diversamente...) fra Agrinsieme e Coldiretti, che hanno visioni distanti su come dovrebbe essere la nuova Pac. Lo scrive la “Gazzetta di Modena” del 3 giugno.

Se il letame si può bere
Tutti d'accordo invece sulla possibilità di rivedere la direttiva nitrati sulla base di nuove acquisizioni scientifiche che riducono le responsabilità delle stalle nell'inquinamento. E' così possibile, si legge su “Il Sole 24 Ore” del 31 maggio, proporre alla Ue di modificare i vincoli allo spandimento delle deiezioni. Si spinge oltre il “Gazzettino” del 2 giugno che dà per assolta la zootecnia, per la quale restano però alti costi per la gestione e il trattamento dei reflui zootecnici, come spiega il 31 maggio “Il Sole 24 Ore”. A Proposito di deiezioni, suscita curiosità l'articolo pubblicato su “Libero” del 4 giugno che descrive i risultati di una ricerca condotta dall'Università del Michigan secondo la quale sarebbe possibile recuperare l'acqua del letame e renderla persino potabile. Altre novità sono anticipate da “Italia Oggi” del 4 giugno che racconta la possibilità che venga introdotta una carta elettronica per la riscossione dei fondi, una sorta di bancomat ad uso esclusivo dell'agricoltore. Fra le novità in arrivo, scrive “Italia Oggi” del 5 giugno, c'è anche la firma digitale che consentirà alle imprese agricole di fare contratti di rete senza atto pubblico.

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