"Ma a livello globale la situazione è ancora più drammatica, con ben 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che finiscono in discarica, pari a un terzo della produzione totale -ricorda la Cia-. Alimenti che potrebbero essere usati in prospettiva per alimentare la popolazione mondiale in costante aumento e soprattutto per far fronte ai bisogni di chi soffre la fame e la malnutrizione". La “cultura dello scarto” è una caratteristica dei Paesi ricchi sottolinea la Cia: "Basti pensare che il valore pro-capite degli sprechi alimentari per consumatore in Europa e in Nord America si aggira tra i 95 e i 115 chili l’anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel Sud-Est asiatico scende drasticamente tra i 6 e gli 11 chili annui a persona".
Serve una maggiore consapevolezza da parte di tutti. La Cia ribadisce che oggi più che mai è necessario acquisire una coscienza solidaristica orientata a riequilibrare i mercati: "Bisogna cancellare gli sprechi e cominciare a ripensare ai nostri stili e sistemi alimentari tenendo conto che nel 2050 la popolazione sarà di 9 miliardi di persone. Per questo è sempre più importante che le istituzioni mettano finalmente al centro dell’agenda il cibo e l’agricoltura, promuovendo politiche che scoraggino lo spreco e lo sfruttamento selvaggio delle risorse agricole".
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Fonte: Cia