Tempi agricoli stravolti da un mese di marzo insolito in cui a farla da padroni sono il freddo quasi invernale, la neve e le piogge abbondanti. 
Così la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, sintetizza il quadro definito dall'inizio di primavera più freddo degli ultimi cinquanta anni. 
Questo andamento climatico, sottolinea Cia, "'gela' le primizie e fa slittare in avanti le nuove semine dopo un caldo estivo spinto fino a ottobre e caratterizzato da temperature tropicali, che ha imposto raccolti anticipati di uva, grano arrivando fino alle olive".

Secondo le stime della Confederazione, i danni maggiori  si riscontrano, per ora, sui terreni argillosi che trattengono l’acqua in superficie provocando allagamenti estesi che impediscono l'accesso delle macchine nei campi per i lavori di preparazione alla semina.
A rischio fragole, carciofi, asparagi e fave, che in fase finale di crescita, possono essere danneggiati irrimediabilmente dalle rigide temperature di questi giorni. 

"Il maltempo - sottolinea Coldiretti - con il forte vento ha danneggiato le serre e bloccato le semine primaverili; ora, con il freddo mette a rischio anche gli alberi da frutto in fase di gemmazione"

"Pioggia e neve hanno ridotto i campi a distese di fango e acqua" spiega Coldiretti Lombardia; uno degli effetti previsti particolarmente impattante per il tessuto agrozootecnico lombardo, come sottolineato dal presidente dell'associazione Ettore Prandini, è quello di ottenere rese più basse nel prossimo raccolto di mais.
Rincara la dose Rolando Manfredini, agronomo e responsabile qualità di Coldiretti, spiegando che per grano e cereali in generale, è in agguato la cosiddetta 'asfissia radicale' il cui effetto è quello di aumentare il rischio di marciumi radicali e conseguenti perdite di raccolto.