Dopo aver evitato l'emorragia di posti di lavoro nei primi sei mesi dell'anno, mantenendo alta l'occupazione nelle campagne, l'agricoltura arresta la dinamica positiva e inverte la rotta.

 

Nel terzo trimestre del 2012, infatti, il settore registra una flessione tendenziale del 4,3%, pari a 38mila lavoratori in meno tra luglio e settembre: colpa dell'intensificarsi della crisi economica con l'aumento esponenziale degli oneri fiscali, ma anche della parallela impennata dei costi produttivi in un periodo in cui il settore ha dovuto fare i conti con una siccità devastante che ha bruciato interi raccolti.

Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall'Istat. L'Istituzione nazionale di statistica ha reso noto che a ottobre 2012 il numero complessivo di disoccupati, pari a 2 milioni 870 mila, era aumentato del 3,3% rispetto a settembre (+93 mila unità) e del 28,9% su base annua (+644 mila unità). 

 

Nel dettaglio, il calo dell'occupazione in agricoltura nel terzo trimestre ha riguardato esclusivamente gli autonomi (-9,8%), con un crollo molto forte nel Centro (-24,4%) mentre i lavoratori dipendenti sono aumentati dell'1,1%, in crescita soprattutto nell'Italia centrale (+11%).

 

"Complice la crisi è in corso una riorganizzazione della struttura aziendale - spiega la Cia - che da un lato mette completamente fuori mercato le micro imprese e i piccoli produttori e dall'altro favorisce l'aggregazione e il rafforzamento dimensionale delle aziende più grandi e competitive che continuano ad assumere manodopera, anche se in rallentamento rispetto ai mesi precedenti".

 

"Il settore paga la mancanza di interventi adeguati - nota la Cia - che ha incrinato la vitalità e la tenuta delle imprese e che, di fatto, ne ha bloccato la ripresa. Gli alti costi produttivi, la stangata dell'Imu e la burocrazia elefantiaca hanno pesato enormemente sulla gestione delle aziende. Senza contare che la terribile siccità di quest'estate, che ha bruciato oltre un miliardo e mezzo di produzione agricola con la perdita del 45% dei raccolti di soia e del 30% di quelli di mais, oltre ad aver inciso sulla vendemmia 2012 contribuendo a ridurre i quantitativi dell'8% e aver "tagliato" del 20% le coltivazioni di pomodoro da industria".


Coldiretti: "Il lavoro c'è"
"In agricoltura il lavoro c'è, sia per chi vuole seriamente intraprendere iniziative innovative, sia anche per chi chiede possibilità di occupazione". Questa la posizione di Coldiretti che, tramite il suo presidente Sergio Marini, sottolinea che "non si tratta di un fatto marginale, ma di una opportunità per molti disoccupati, immigrati, donne e giovani, in grado di garantire valore economico, ambientale e di sicurezza alimentare all'intera società".

 

Marini ha ricordato l'incremento record delle assunzioni nel resto del 2012: +10,1% nel secondo trimestre e +0,8% nel primo. 

 

"Si stima peraltro - aggiunge l'organizzazione agricola - che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori immigrati".

 

 

Confeuro: "Servono iniziative politiche per le nuove generazioni"

Nel commentare i dati diffusi dall'Istat il presidente di Confeuro, Rocco Tiso, ha chiesto al Governo "l'adozione di una politica agricola comune capace di favorire l'inserimento delle nuove generazioni nel settore agroalimentare".

 

"L'agricoltura - ha concluso Tiso - ha più volte mostrato il suo dinamismo e la sua multifunzionalità, ma ha bisogno della convinzione delle istituzioni sulle sue potenzialità e della realizzazione di riforme innovative e coraggiose".