Se da una parte i principali Paesi produttori hanno avanzato una proposta che va nella direzione di una maggiore flessibilità dell'attuale sistema, dal canto suo la Commissione europea ipotizza invece una soluzione basata sul controllo della produzione.
In sostanza, tutto rimandato alla prossima e ultima riunione del 7 novembre a Bruxelles, dove l'Arev (Assemblée des Régions Européennes Viticoles) - dopo l'intervento del suo presidente, Jean-Paul Bachy - promette di dare battaglia.
Comunque, positivo, per il presidente della Commissione Agricoltura del Pe, Paolo De Castro , il confronto in atto.
"Apprezziamo e riteniamo molto proficuo il dialogo in corso tra la Commissione esecutiva e il Consiglio dei ministri Ue nel segno di un no alla liberalizzazione dei diritti d'impianto per la vitivinicoltura europea", ma "su tale terreno è necessario ricordare che il Parlamento europeo si è già espresso con un voto sul mantenimento della legislazione attuale nel rapporto dess e nel testo sulla nuova Ocm unica proposto dalla comagri attraverso il rapporto di iniziativa dell'on. Dantin".
"La volontà del Parlamento è quella di prorogare l'attuale sistema oltre il 2015, fermo restando la necessità di introdurre i dovuti aggiustamenti tecnici per rendere la misura più incisiva".
All’incontro di Palermo hanno partecipato le delegazioni degli Stati membri, della Commissione europea e rappresentanti del mondo produttivo.
Il dibattito è stato preceduto da una serie di presentazioni sui diversi scenari possibili a seguito del mantenimento dell’attuale regime o di una possibile liberalizzazione. Presentazioni sono state fatte da Arev, Moisa, Inea, Inra, Cirve e DGagri.
Al termine delle presentazioni sono stati tenuti gruppi di lavoro, animati dalla Commissione, che hanno trattato specifiche tematiche, quali la competitività e la ristrutturazione del settore vino in Europa e l’impatto sulla produzione del vino, dei prezzi e della produzione della terra.
Un momento importante del dibattito ha riguardato la proposta avanzata da 11 Paesi produttori (Italia, Francia, Germania, Austria, Portogallo, Spagna, Grecia, Bulgaria, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria) relativa ad un sistema più flessibile rispetto all’attuale e ispirato al mantenimento del quadro regolatorio per l'impianto di vigneti con nuovi elementi di flessibilità; all'applicabilità del sistema a tutti i segmenti produttivi (DO, IG e non IG) e all'armonizzazione di alcune regole di gestione a livello europeo prendendo a riferimento il principio di sussidiarietà degli Stati membri.
La Commissione punta, invece, su una possibile soluzione attraverso un sistema basato sulla gestione del controllo della produzione assegnato alle organizzazioni professionali dei produttori con la responsabilità complessiva in capo agli Stati membri.
Le discussioni proseguiranno nel corso della prossima ed ultima riunione dell’HGL previsto a Bruxelles in novembre.
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Fonte: Agronotizie