Non altrettanto favorevole è il giudizio dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli sul documento presentato dalla Commissione europea, che conferma le proposte anticipate dal commissario Ciolos a Cipro su un sistema differenziato.
Ad avviso di Confagricoltura la diversa regolamentazione delle superfici, affidata alle interprofessioni per i vini Dop e Igp e alle organizzazioni dei produttori per quelli comuni, sarebbe gravissima. “La gestione del potenziale – ribadisce Confagricoltura - deve rimanere a livello centrale e non può essere demandata alle organizzazioni dei produttori o alle organizzazioni professionali. E’ fondamentale avere strumenti omogenei”.
“Il vino – ricorda Confagricoltura – è il fiore all’occhiello del commercio agroalimentare italiano (4,4 miliardi di euro) e che con un fatturato di 10,7 miliardi di euro e 1,2 milioni di addetti, riveste un ruolo strategico dal punto di vista economico e occupazionale in molte aree del Paese. Il nostro territorio, storicamente vocato, il nostro patrimonio ampelografico e il loro sistema di gestione sono un valore aggiunto per i nostri vini e debbono essere assolutamente difesi”.
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Fonte: Confagricoltura