Operatori del biologico in crescita dell'1,3% rispetto al 2010. E' quanto emerge dai dati elaborati dal Sinab, il Sistema d'informazione nazionale sull'agricoltura biologica e presentati al Sana 2012 di Bologna. 

Dall'analisi dei dati forniti al Mipaaf dagli Organismi di controllo operanti in Italia al 31 dicembre 2011, risulta che gli operatori del settore sono 48.269 di cui: 37.905 produttori esclusivi; 6.165 preparatori (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 3.906 che effettuano sia attività di produzione che di trasformazione; 63 importatori esclusivi; 230 importatori che effettuano anche attività di produzione o trasformazione.

"Il biologico è una parte importante del nostro sistema qualità. Siamo leader a livello produttivo in Europa, con oltre un milione di ettari dedicati all'agricoltura biologica e con quasi 50.000 operatori - ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania -. Si tratta di un comparto che può ancora crescere, perché c'è una domanda sempre più qualificata a livello nazionale ed internazionale. Siamo fortemente impegnati, insieme a tutto il sistema di controllo e certificazione specifico per il biologico, per aumentare le garanzie sulla qualità delle produzioni biologiche. A giorni infatti, tra le diverse misure che abbiamo messo in campo, diventerà operativa l'informatizzazione per la gestione dei dati di settore, che semplificherà il carico burocratico per le aziende e migliorerà l'efficacia dei controlli".

La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni passati, la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole biologiche; mentre per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore la leadership spetta all'Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto.
La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta pari a 1.096.889 ettari, con un decremento rispetto all'anno precedente circa dell'1,5%. I principali orientamenti produttivi sono i cereali, il foraggio e i pascoli. Segue, in ordine di importanza, la superficie investita ad olivicoltura.
Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali specie allevate, i dati evidenziano rispetto allo scorso anno un consistente aumento del numero di capi per suini, ovini, caprini e avicoli.


“I dati del rapporto confermano che l’agricoltura biologica costituisce una buona forma di reddito per le aziende agricole italiane, ma restano da rimuovere alcune carenze strutturali - ha commentato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi -. La prima riguarda la minor competitività con i prodotti biologici extra Ue importati ed utilizzati dalla trasformazione. L’aumento registrato nel 2011 di imprese che trasformano direttamente il loro prodotto (+24,9%) dimostra che questo passaggio genera un reddito maggiore, così come la lieve diminuzione del numero di aziende segnala che ci si sta orientando verso strutture dedicate al biologico più grandi. In altre parole la competitività si raggiunge passando da piccola a media impresa”.

“Vanno favorite la formazione di Op bio e la creazione di una piattaforma di scambio per il biologico, per cui è importante che le Regioni si coordinino tra loro finanziando progetti a carattere nazionale", ha aggiunto.
Altro punto riguarda il controllo. “E’ necessario un impegno del governo in sede europea per introdurre codici doganali specifici per i prodotti biologici - ha sottolineato Guidi - e riformare il sistema di equivalenza dei controlli dei Paesi extra Ue”.