Via libera al programma comunitario di aiuto agli indigenti per il biennio 2012-2013: l’ok, arrivato durante il Consiglio Agricoltura di lunedì 14 novembre a Bruxelles, ha sbloccato una situazione in stallo da mesi.
Sei Paesi, infatti, si opponevano al prosieguo del sostegno ai meno abbienti: una linea di finanziamento europeo di circa 500 milioni di euro l’anno - per i prossimi due anni -, trasformati in pasti caldi per i poveri tramite il lavoro di tante associazioni e Ong.
Il programma, attivo da 25 anni, operava in 20 Paesi europei a favore di 18 milioni di persone.
La Germania, che insieme a Svezia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Danimarca e Repubblica ceca ostacolava il raggiungimento di un compromesso, ha deciso di “ravvedersi”, accettando di erogare i fondi per i prossimi due anni.
Berlino ha accettato di fare un passo indietro solo dopo aver trovato un accordo a porte chiuse con la Francia, qualche giorno prima del Consiglio, sulla chiusura del programma comunitario a partire dal 2014.
In questo, il ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, è stata categorica: “Questo finanziamento fa parte delle politiche sociali, non dell’agricoltura. E in quanto politica sociale, deve restare di competenza nazionale”.
Lo ha ammesso anche il ministro francese, Bruno Le Maire: “Abbiamo dovuto riconoscere, insieme alla Germania, che non ci sono le condizioni per proseguire con il programma di aiuto alimentare nel prossimo budget 2014-2020”.
Non ne è sembrato così convinto, invece, il commissario all’Agricoltura Dacian Cioloş, che nel lodare il “ragionevole compromesso politico raggiunto”, ha parlato in termini più aperti del post 2013: “Il programma, ora, è garantito per il biennio 2012-2013. Quello che succederà dopo quell’anno, sarà soggetto di ulteriori discussioni e decisioni politiche”.
Soddisfazione è stata espressa dal governo italiano, tramite Saverio Romano, alla sua ultima apparizione a Bruxelles nel ruolo di ministro, così come dagli altri Paesi membri e dalle formazioni politiche del Parlamento europeo.