La fluttuazione dei prezzi alimentari Al centro della Giornata mondiale dell'alimentazione celebrata dalla Fao, lache caratterizza il mercato mondiale da ormai oltre cinque anni e che oggi ha quasi raggiunto il suo picco storico, rischiando di aumentare il dato già spaventosamente alto delle persone che vivono in una condizione di fame cronica.
La scelta della tema va cercata nel fatto che le fluttuazioni dei prezzi rappresentano la maggiore minaccia alla sicurezza alimentare, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo. I dati della Banca mondiale evidenziano, nel biennio 2010-2011, un aumento dei costi degli alimenti che ha spinto nella povertà estrema quasi 70 milioni di persone.
In corso dal 17 a 22 ottobre presso la Fao, anche i lavori della 37a Sessione della Commissione per la sicurezza alimentare cui prendono parte il direttore generale della Fao Jacques Diouf e il ministro francese per l’Alimentazione Bruno Le Maire che discuteranno di sicurezza alimentare e del problema della volatilità dei prezzi alimentari anche nel contesto del Summit del G20 che si terrà prossimamente a Cannes.

La giornata Mondiale dell'Alimentazione indetta da Fao, Ifad e Pam, oltre ai responsabili delle tre agenzie, ha visto la partecipazione di personalità internazionali, tra cui Michelle Bachelet, ex presidentessa del Cile e attuale sottosegretario generale delle Nazioni unite che, tra le cause dell'insicurezza alimentare, ha individuato “la povertà e la discriminazione contro donne e ragazze, comprese quelle dedite all'agricoltura”.

Le cause 

Secondo Jacques Dioufi fattori che stanno dietro il devastante impatto dei prezzi alti e volatili sulle condizioni di vita delle popolazioni povere, sono 20 anni di investimenti insufficienti in agricoltura, e in generale, l'aver trascurato il settore. Per assicurare un sufficiente quantitativo di cibo al 2050" ha proseguito, "servono 80 miliardi di dollari annui di investimenti aggiuntivi in agricoltura e attività connesse".
Probabilmente, sottolinea la Fao, il sotto-finanziamento protrattosi negli anni in agricoltura, sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, rappresenta la principale causa singola dei problemi che ci troviamo ad affrontare oggi, cui si aggiungono la crescita demografica, estremi fenomeni meteorologici causati dal riscaldamento globale e dal cambiamento climatico e il forte legame del mondo agricolo con quello del mercato dell’energia.

 

Il quadro attuale

I prezzi degli alimenti di base hanno raggiunto tra il 2005 e il 2008 i livelli più alti da 30 anni a questa parte; negli ultimi 18 mesi del periodo considerato, spiegano, il prezzo del mais è aumentato del 74% mentre quello del riso è quasi triplicato, con un incremento complessivo del 166%.
Dopo il picco di giugno 2008, i prezzi hanno subito un calo del 33% in sei mesi imputabile soprattutto alla crisi finanziaria e bancaria che ha fatto sprofondare l’economia globale nella recessione.
Saliti con un impennata del 50% nel 2010, i prezzi dei cereali hanno continuato ad aumentare nel 2011, facendo registrare una lieve flessione nel secondo trimestre di quest’anno.
Cosa succederà nei prossimi mesi, scrive l'organizzazione delle Nazioni unite è di difficile previsione, visto il contingente scenario in cui l’offerta soddisfa a fatica la domanda e le riserve sono ai minimi storici; un equilibrio, spiegano, facilmente turbabile da situazioni di crisi o eventi climatici quali siccità o inondazioni nelle principali aree di produzione.

 

Le soluzioni

Non vi è un'unica soluzione applicabile in ogni paese” ha affermato il ministro Romano, “il mix di azioni politiche e programmatiche deve essere specificamente adattato alle condizioni locali e deve essere frutto di scelte condivise. I paesi più ricchi e industrializzati” ha proseguito dichiarando l'impegno del dicastero di sua competenza ad avviare un processo di confronto e cooperazione con la Fao e altre organizzazioni internazionali, “sono chiamati ad assumersi la grande responsabilità di rimettere l'agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell'agenda politica internazionale”.

Più regole sui mercati internazionali e sviluppo agricolo nei paesi poveri, i puntoi chiave per Cia; maggiori certezze e stabilità così da poter programmare le produzioni, investire e competere l'analisi di Guidi presidente di Confagri.

Secondo Verrascina, Copagri, a tutto ciò va aggiunta una “lotta serrata alle speculazioni finanziarie ed al neocolonialismo”.

Nella sua analisi infine, la Fao individua in un maggior coordinamento politico nel commercio internazionale di prodotti alimentari associato a maggiori investimenti in agricoltura, la chiave per ridurre la volatilità dei prezzi contribuendo a mantenere un flusso sicuro di beni.