Secondo l'indice definitivo dei prezzi al consumo di gennaio 2011 diffuso dall'Istat, i maggiori incrementi congiunturali hanno riguardato i prezzi dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,8%). Il capitolo prodotti alimentari e bevande analcoliche ha fatto registrare, sempre nel mese di gennaio, variazioni congiunturali positive anche su base annua (+1,6%).

In un Paese come l'Italia, dove l'86% dei trasporti commerciali avviene su gomma, "l'aumento dei carburanti pesa notevolmente sui costi della logistica e sul prezzo finale di vendita dei prodotti". E' quanto fa notare la Coldiretti: negli ultimi giorni infatti il prezzo del carburante è aumentato considerevolmente anche a causa dell''effetto Libia'.

"Il rischio che l'aumento del costo dei carburanti rischi di determinare un effetto valanga sulla spesa" spiega la Coldiretti.

La Cia sottolinea invece che le imprese agricole non hanno trovato alcun giovamento dall'aumento dei prezzi alimentari al consumo: anzi, pagano sempre di più il peso "dalla crescita record dei costi produttivi, contributivi e burocratici".

"La nostra agricoltura - osserva la Confederazione - risente di una situazione sempre più esplosiva. Oltre a subire le conseguenze dei rincari delle commodity mondiali, il settore primario risente in maniera pesante dell'effetto costi". "Basti pensare - ricorda la Cia sulla base dei dati Ismea - che negli ultimi dieci anni i prezzi dei fattori produttivi sono risultati più del doppio rispetto a quelli dei prodotti agricoli: rispettivamente +3,7% e +1,5% in media per anno".

"Il quadro che si ha davanti - conclude la Confederazione - è ormai ben delineato: minore offerta, domanda in costante aumento e riduzione degli stock; tutti elementi che stanno causando nuove frizioni nei mercati delle commodity agricole e che portano a prevedere prezzi in ulteriore aumento rispetto ai livelli già elevati registrati nella seconda metà del 2010".