E' ancora il settore che colpisce più duramente la vita dei lavoratori. Gli errori e le morti potrebbero essere evitati, eppure il bollettino nero in agricoltura continua con 146 decessi registrati sui campi nei primi nove mesi dell'anno. Il 35% circa di tutte le morti bianche rilevate nel Paese.

A descrivere la prima istantanea del tragico bilancio nella quotidianità della terra killer è l'Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering di Mestre. Un risultato drammatico, ma purtroppo reale perché non tiene conto solo delle vittime assicurate Inail, bensì di tutti gli infortuni mortali sul lavoro verificatisi nel Paese.

La Lombardia è la prima in graduatoria con 20 vittime seguita da Veneto e Trentino Alto Adige (15), Puglia, Abruzzo ed Emilia-Romagna (10). Oltre il 52% degli incidenti mortali accade per colpa del trattore (77 le vittime).

E spesso non si tratta di giovani, bensì di agricoltori d'esperienza con un'età compresa tra i 60 e i 69 anni (il 28% delle morti bianche nei campi).

Uno spunto essenziale, quello dei dati, per invertire la rotta, secondo il presidente dell'Osservatorio, l'ingegnere Mauro Rossato. E non sarebbe difficile dal momento che le ragioni che conducono alla morte dei lavoratori, soprattutto in agricoltura, sono sempre le stesse.

"Il rischio viene sottovalutato – conferma Rossatospesso per la esagerata fiducia nelle proprie capacità e nella propria esperienza, tant'è che sono soprattutto gli agricoltori dai capelli grigi a perdere la vita".

E poi c'è la questione delle macchine. L'80% dei mezzi agricoli ha più di dieci anni, secondo una recente indagine del Cnr di Torino. I trattori, dunque, dovrebbero essere manutenuti regolarmente. Secondo le normative vigenti, poi, dovrebbero essere indossate delle cinture di sicurezza e i mezzi agricoli dotati di un rollbar che impedisca in un eventuale ribaltamento di compiere oltre un quarto di giro.

"Sembra assurdo, dunque, che non si proceda con questi semplici accorgimenti - spiega Federico Maritan, direttore dell'Osservatorio Vega Engineering – anche perché i costi della sicurezza sono assolutamente affrontabili; e comunque, sicuramente meno onerosi rispetto a quelli di un incidente mortale".

Altrettanto significativo, inoltre, è anche il dato relativo ai decessi provocati da investimento di mezzi semoventi e schiacciamento delle vittime colpite da oggetti o attrezzature pesanti. Si parla di quasi il 20% delle vittime.

"Sono morti terribili – commenta ancora il presidente di Vega Engineering – ma potrebbero essere tutte evitate con una maggiore diffusione della cultura della sicurezza, da parte di tutti i possibili attori, compreso in primis il mondo dell'istruzione".

La politica intanto pare stia facendo la sua parte. "Molto apprezzabile il lavoro del ministero dello Sviluppo economico – conclude l'ingegnere RossatoIl neoministro Paolo Romani ha recentemente siglato il decreto con cui vengono assegnati 110 milioni di euro al settore agricolo, finalizzati anche alla questione sicurezza".