Non c'è un euro, il ministro Giulio Tremonti lo va ripetendo da tempo. Un'ulteriore conferma è venuta dal Disegno di legge di Stabilità, a volte confuso con la “Finanziaria” che invece è stata varata lo scorso anno e che grazie alle profonde modifiche introdotte è ora proiettata su un arco di tre anni. La legge di Stabilità, approvata dal Consiglio dei ministri insieme al bilancio dello Stato, è una risposta a quanto stabilito dall'Unione Europea che ha imposto agli Stati di procedere garantendo prima la stabilità e subito dopo lo sviluppo. E' quanto ha tenuto a precisare Tremonti nel presentare alla stampa questo nuovo atto normativo che ora passerà nelle aule del Parlamento, dove si ricorrerà probabilmente al voto di fiducia. Ora, ha detto Tremonti, si apre il capitolo dello sviluppo che si articolerà lungo cinque direttrici fondamentali: riforma fiscale, Sud, pubblica amministrazione, rapporti sociali, nucleare.
Stabilità, dunque, a costo però di rinviare la riforma universitaria (per assenza dei finanziamenti necessari) e di negare i sostegni alla cultura (le cronache hanno sottolineato l'assenza del ministro Bondi) o quelli necessari per l'ambiente. E l'agricoltura con le sue mille crisi?  Nemmeno un accenno.

 

Le critiche

Confagricoltura ha lasciato ad un suo comunicato il compito di manifestare il proprio dissenso per l'assenza di sostegni al comparto agricolodimenticato dal Governo nella concessione di incentivi fiscali come quelli attribuiti all'industria e al commercio.” Sono infatti rimaste inascoltate le richieste di fiscalizzazione degli oneri sociali, i fondi per il comparto bieticolo saccarifero, le agevolazioni per il gasolio agricolo. La situazione è grave anche a detta della Cia che invita tutto il mondo agricolo, dalle organizzazioni professionali alla cooperazione, a lavorare per l'unità del settore. Intanto dal Forum di Coldiretti che si è svolto a Cernobbio il ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, smorza il suo giudizio sulla mancanza di aiuti all'agricoltura (l'aveva definita “una tragedia”) affermando che Tremonti “ha fatto la Finanziaria meno sanguinosa d'Europa”. Anche Tremonti ha avuto l'opportunità di dialogare con gli agricoltori dal podio di Cernobbio, dove ha ribadito che ora si passa alla fase due, quella dello sviluppo. Al ministro dell'Economia gli agricoltori di Coldiretti hanno rinnovato le loro richieste, sempre le stesse e sempre inascoltate: sgravi sul costo del lavoro per le zone svantaggiate, agevolazioni per il gasolio, sostegni al settore bieticolo.

 

Appuntamento a dicembre

Adesso tutti guardano all'appuntamento di fine anno quando si passerà all'esame delle spese “esigenziali” come sono definite le spese non rinviabili che vengono risolte dal decreto “milleproroghe”. I nodi al pettine sono molti e lo stesso Tremonti ha lasciato intendere che in cima alle priorità c'è l'Università con i suoi precari che da soli valgono quasi due miliardi di euro (di spese). Poi i contratti di produttività, la cassa integrazione, le missioni militari all'estero e via elencando sino a raggiungere la bella cifra di cinque miliardi di euro. Che al momento non ci sono mentre mancano solo due mesi per recuperali. Inutile illudersi che all'agricoltura possa essere riservata qualche attenzione. Meglio impegnarsi nell'utilizzare tutte le risorse che la Ue ha stanziato per l'Italia e che in qualche regione non sono ancora impiegate, con il rischio di perderle. C'è poi da pensare al futuro ed è bene spostare l'attenzione da Roma a Bruxelles. E' nella capitale della Ue che si possono trovare le risorse per rispondere alle esigenze dei campi. Ed è qui che si sta studiando una riforma della Pac che al momento non ci vede protagonisti. Ma questa è un'altra storia...