Nei prossimi giorni, il Parlamento europeo si pronuncerà sulla proposta di nuove norme per l'informazione sui prodotti alimentari.

In vista della definizione di un nuovo regolamento comunitario, che il Parlamento europeo voterà il 16 luglio, il ministro Ferruccio Fazio ha ribadito che "per l'Italia è irrinunciabile che nell'etichettatura dei prodotti non trasformati sia obbligatoria l'informazione di origine sia per una migliore informazione al consumatore sia per tutelare le eccellenze produttive italiane nel settore".

L'Italia ribadisce anche la necessità che l'informazione al consumatore "sia di facile lettura e siano anche chiare le indicazioni relative ai valori nutrizionali".

"Pochi consumatori leggono attentamente quanto scritto in caratteri minuscoli sulle etichette. Un sistema di immediata comprensione, attendibile e veloce, porterebbe ad acquisti più consapevoli. E aiuterebbe a combattere scelte alimentari sbagliate, che hanno portato oggi a una popolazione in Europa dove una persona su cinque è obesa": è quanto dichiara Paolo Martinello, presidente Beuc e Altroconsumo, in vista delle prossima iniziativa del Parlamento europeo che il 16 giugno si pronuncerà sulle nuove norme per l'informazione sui prodotti alimentari. Il regolamento che verrà votato unirà le diverse disposizioni in vigore in Europa in tema di etichettatura alimentare.

Il Beuc, Bureau Européen des Unions des Consommateurs, invita i parlamentari a favorire un sistema codificato, come quello basato sui colori, che faciliti la comprensione immediata delle quantità di grassi, totali e saturi, zuccheri e sale presenti nel prodotto. Il consumatore, anche quello meno avveduto, avrebbe uno strumento di facile lettura per scegliere che tipo di alimento sta acquistando.

Secondo tale proposta, ci sarebbe un codice a colore per segnalare ingredienti "critici", in gradazione dal rosso per quelli ad alta criticità al verde, da integrare con una tabella con gli ingredienti principali.

Lo schema oggi usato nelle confezioni di alimenti si basa invece sulle quantità giornaliere indicative (Gda) ma, rileva Altroconsumo, "è risultato essere troppo ostico per il consumatore medio, che deve prodursi in calcoli di percentuali per capire se il livello di zuccheri, grassi e sale contenuti sia accettabile oppure no".