Il capitolo prodotti alimentari e bevande analcoliche ha registrato, nel mese di marzo 2010, rispetto al mese precedente, un aumento dei prezzi al consumo dello 0,1%. La stessa variazione percentuale si è avuta tra marzo 2010 e marzo 2009. E' quanto emerge dai dati sull'inflazione diffusi oggi dall'Istat. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), relativo al mese di marzo 2010 ha registrato un aumento dello 0,3% rispetto a febbraio 2010 e dell'1,4%  rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

L'agricoltura frena ancora la corsa dei prezzi al dettaglio degli alimentari

"Il crollo delle quotazioni sui campi (-6,9% a febbraio scorso) - commenta la Cia - frena ancora la corsa dei listini al dettaglio e per alcuni c'è un ribasso: è il caso della frutta (-1,5%), degli ortaggi (-1,2%), del vino (-2,5%), dell'olio d'oliva (-3,1%), dei formaggi (-1,1%) e della pasta (-0,5)". La Cia rileva che la discesa dei prezzi all'origine dei prodotti agricoli, pur non presentando i numeri estremamente negativi registrati per tutto il 2009, si è confermata anche nei primi due mesi del 2010, facendo registrare a febbraio scorso cali record per la frutta (-22,3%), per gli ortaggi e i legumi (-13,1%), per i cereali (-11,4%), per i vini (-9,1%) e per i bovini (-2,7%).

A febbraio si conferma la stabilità dei prezzi agricoli 

Le aziende agricole, commenta Confagricoltura, continuano a dare un contributo determinante al contenimento dei prezzi al consumo degli alimentari, nonostante siano sempre più in difficoltà, strette da pesanti costi produttivi e burocratici e da prezzi sui campi in marcata discesa (-6,9% per i prezzi all'origine a febbraio 2010 su febbraio 2009, in base ai dati Ismea).

Sale l'inflazione per gli alimenti, che calano sui campi

"I consumatori italiani - sottolinea la Coldiretti - non hanno potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli, che rischia invece di provocare l'abbandono delle campagne, a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare. Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale - sostiene la Coldiretti - i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte".

L'industria alimentare frena i prezzi

I dati di febbraio dell'inflazione diffusi dall'Istat, evidenziano come l'industria alimentare continui a fare da freno ai prezzi. Nel confronto del febbraio 2010 col febbraio 2009, a fronte di un'inflazione del +1,3%, emerge infatti che i prezzi al consumo dell'alimentare lavorato sono cresciuti del +0,4%, con uno scarto in meno quindi di quasi un punto. Lo sottolinea la Federalimentare sostenendo che i prezzi alla produzione dell'industria alimentare, quelli cioè che sono di specifica responsabilità di questo anello di filiera e che si affrancano dal ricarico della distribuzione, hanno segnato a febbraio 2010 un calo del -1,4% rispetto al febbraio 2009.