Sono migliaia gli immigrati che in tutta Italia hanno partecipato all'iniziativa "24 ore senza di noi", promossa da sindacati autonomi, associazioni e partiti politici, contro il razzismo e per i diritti dei quasi 5 milioni di cittadini di origine straniera che vivono e lavorano nel nostro paese. Si sono svolte e sono in corso manifestazioni in numerose città italiane ed iniziative di solidarietà in 60 piazze in tutta Italia per la prima giornata di sciopero dei lavoratori immigrati.
"Senza il contributo determinante dei lavoratori immigrati non sarebbe possibile la produzione di numerose eccellenze del made in Italy alimentare", afferma la Coldiretti in occasione del primo sciopero degli immigrati, nel sottolineare che nelle campagne italiane più di un lavoratore su 10 è extracomunitario con circa 30 mila aziende agricole italiane che assumono lavoratori provenienti da fuori dell'Europa. In Italia lavorano regolarmente oltre 90 mila immigrati extracomunitari, dei quali circa 15 mila con contratti a tempo indeterminato, che contribuiscono in modo determinante all'economia agricola del paese secondo il XIX° Rapporto Caritas/Migrantes sull'immigrazione al quale ha collaborato la Coldiretti.
A trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura, sostiene la Coldiretti, sono principalmente, nell'ordine, gli albanesi (17,2%), i marocchini (12,6%) e a sorpresa gli indiani (13,8%) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l'abilità e la cura che garantiscono alle mucche. Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia.
La Cia ribadisce la necessità del decreto sugli 80 mila stagionali
In occasione del primo ''sciopero nazionale'' degli stranieri, proclamato per rendere ''visibili'' gli immigrati che vivono e lavorano in italia e per lottare contro il razzismo, la Cia - Confederazione italiana agricoltori ribadisce il suo forte impegno contro lo sfruttamento e il lavoro nero e ribadisce tutto il suo impegno affinchè si contrastino con la dovuta efficacia fenomeni di questo genere.
La Cia vuole, quindi, affermare ancora una volta il valore insostituibile degli immigrati: "Il loro prezioso lavoro - precisa la Confederazione - è ormai parte strutturale dell'attività agricola, non solo stagionale, e contribuisce in modo irrinunciabile alla qualità e alla sicurezza dei prodotti alimentari italiani. Non vi sono alternative al lavoro e all'integrazione degli immigrati nella nostra società e per questo viene chiesta da tempo una verifica sulla legge Bossi-Fini".
Acli Terra e Legambiente aderiscono allo sciopero degli immigrati
Anche l'Acli Terra, associazione professionale agricola delle Acli, ha aderito a "24 ore senza di noi". L'associazione ritiene fondamentale la difesa e la tutela dei diritti degli immigrati, senza dei quali molteplici comparti della nostra economia, sarebbero danneggiati. Condannando ogni forma di razzismo, Acli Terra si schiera a favore della manifestazione allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore aggiunto degli immigrati in Italia.
"Un giorno senza di loro? impensabile, anacronistico, grottesco". Così Simone Andreotti, del direttivo nazionale di Legambiente, motivando l'adesione dell'associazione ambientalista alla giornata "1° marzo. Un giorno senza di noi, lo sciopero degli stranieri".
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Fonte: Agrapress