Un piano di sviluppo predisposto dalla Regione che coinvolge importanti partner istituzionali e privati. Erano presenti i vertici di Sfirs (la Società finanziaria della regione Sardegna), Isa (Istituto sviluppo agroalimentare), Buonitalia, l’agenzia del ministero delle Politiche agricole che promuove i prodotti italiani nel mondo, Poste italiane, Global Startups. Attraverso queste collaborazioni, e altri operatori di private equità, saranno attuate azioni finanziarie che consentiranno a un investitore istituzionale di rilevare quote della società “locomotiva” acquisendo parte del capitale già presente o apportando nuove quote all'interno della società.

L'obiettivo è innescare un circolo virtuoso e offrire benefici a tutto il comparto di riferimento, permettendo di sviluppare l’attività in una logica di filiera e di avere un sicuro mercato di sbocco per le produzioni delle materie prime locali, stimolando l’organizzazione gestionale delle aziende comparto e le azioni di aggregazione delle produzione e dell’offerta.

“Questa – ha spiegato il presidente della Regione Ugo Cappellacci – è un’occasione importante perché riuniamo i produttori, gli imprenditori, il mercato, il sistema bancario innescando il metodo, anche in questo caso, del dialogo e del confronto tra i vari attori del mondo dell’agricoltura e della finanza. Parliamo di un progetto - ha precisato - che vuole concorrere, anche in agricoltura, a invertire quella percentuale che oggi arriva all’80% nella gestione delle emergenze e solo al 20 per il lavoro sulle prospettive di sviluppo dell’economia regionale. Vogliamo mettere in campo tutti gli strumenti che possano attenuare la grave crisi attuale e porre le basi per il rilancio”.

“Questo progetto – ha aggiunto l’assessore Prato – ha l’obiettivo di contribuire a risolvere uno dei problemi più seri delle nostre imprese, la sottocapitalizzazione. Attraverso la Sfirs e altri importanti partner istituzionali e privati, si vogliono offrire condizioni agevolate per l’accesso al sistema del capitale di rischio che possano supportare investimenti e favorire così lo sviluppo in nuovi mercati per le nostre imprese agricole. Ciò significa anche che occorrerà fare delle scelte, perché è finita l’epoca dei contributi a pioggia mentre saranno finanziati i progetti in grado di fare da traino a tutti vari comparti della nostra agricoltura”.