La presenza delle Schede di sicurezza degli agrofarmaci all'interno delle aziende agricole è obbligatoria. Ogni prodotto utilizzato per i trattamenti colturali deve avere il proprio documento pronto alla consultazione in caso di necessità.
Come accade per tante cose 'obbligatorie', a volte non vengono subito consultate ed osservate; il primo pensiero dell'imprenditore agricolo è quello di 'mettersi in regola' con le norme che riguardano la sicurezza aziendale, tema sempre di grande attualità in campo legislativo e sempre più oggetto di frequenti controlli da parte delle autorità preposte.
Il rapporto tra imprenditori agricoli e agrofarmaci è mediato dai rivenditori di tali prodotti e proprio da questi 'passa' l'informazione sulle modalità del loro utilizzo ed anche la fornitura di quanto serve per 'mantenerli' all'interno delle aziende.
La conoscenza, l'utilizzo o anche solo la lettura, la consultazione integrali delle Schede di sicurezza sono azioni eseguite non sempre nel modo corretto e considerate in diverso modo a seconda anche dell'età degli operatori agricoli che vi si approcciano.
Luca Valbonesi, tecnico agricolo responsabile del C.A.A.-C.A.N.A.P.A. di Forlì, ufficio di consulenza tecnica agricola, traccia un quadro del rapporto che esiste tra gli agricoltori, in particolare quelli dell'azienda 'media', e le Schede di sicurezza degli agrofarmaci.
'Al 99% il rapporto tra gli agricoltori e i prodotti fitosanitari è gestito dai rivenditori e diciamo che non sempre le informazioni tecniche a riguardo 'passano' nel modo corretto', spiega. 'E' necessario anche aggiungere che spesso gli imprenditori agricoli, in special modo quelli non più giovanissimi, si accontentano di sapere solo i dosaggi degli agrofarmaci per effettuare i trattamenti, senza neppure approfondire la lettura delle etichette, figuriamoci quella delle Schede di sicurezza'.
Continua Valbonesi: 'A livello statistico, per quel che ho potuto vedere nelle aziende con cui ho a che fare quotidianamente, non è stata accolta del tutto la nuova modalità attuata dai rivenditori di fornire le Schede di sicurezza in formato digitale, su cd. Infatti, non tutti li installano nei computer, come invece dovrebbero fare'.
'Questo comportamento danneggia gli agricoltori', conclude il tecnico, 'soprattutto considerando l'alta frequenza dei controlli che si verificano ultimamente nelle aziende. Controlli indulgenti si, ma fino ad un certo punto, dal momento che la maggior parte degli imprenditori sono costantemente in ritardo con gli adeguamenti alle norme in fatto di condizionalità. Ed ora che tutte le mancanze in fatto di materia ambientale possono rientrare tra i reati penali, i danni alle aziende agricole potrebbero davvero diventare un grosso problema. Sarebbe necessario attenersi in maniera più puntuale e tempestiva a ciò che le norme comunitarie prevedono'.
 
Un altro parere sulle Schede di sicurezza arriva da un giovane tecnico agricolo operante in un'azienda a vocazione ortofrutticola del ravennate, Claudio Valmori: 'Conosco le Schede di sicurezza ed il loro utilizzo. Le considero però troppo lunghe e con un linguaggio davvero troppo tecnico, a tratti comprensibile solo da parte di un chimico. Non credo proprio che gli agricoltori le leggano...almeno, non integralmente. Si tende di più a leggere le etichette, utili anche per quanto riguarda le indicazioni di sicurezza più importanti'. Prosegue: 'Probabilmente l'abitudine di non leggere tutto nelle Schede, è anche dovuto al fatto che la loro prolissità si deve alla descrizione di tutte, ma proprio tutte le controindicazioni, anche quelle più scontate e comuni'.
Parere questo, che accomuna anche altri imprenditori agricoli, in prevalenza giovani e con una formazione tecnica alle spalle.
Conclude Valmori: 'I Consorzi agrari ora forniscono le Schede su cd rom. Iniziativa, a mio parere, molto positiva'.
 
Tra i giovanissimi operatori agricoli, si rileva la mancanza di conoscenza delle Schede. Francesco, 19 anni, perito agrario neo diplomato spiega: 'Durante la frequenza dell'Istituto agrario, ci siamo occupati di sicurezza aziendale, ma non approfonditamente. Direi che si tratta di argomenti, quelli legati agli agrofarmaci, che s'imparano per lo più sul campo, seguendo e facendo direttamente i trattamenti e mentre si conduce l'azienda agricola stessa'.
 
Emerge dalla voce degli operatori, dei tecnici e degli stessi imprenditori agricoli una informazione sulle Schede tecniche degli agrofarmaci non completa, forse non abbastanza efficace, probabilmente per la pressante burocrazia che le accompagna e che le porta ad essere associate prettamente ad una 'norma da seguire' piuttosto che ad un valido aiuto, che migliora la qualità della propria azienda agricola.

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