Nelle sue circa 120 pagine, l'Agricoltura Italiana conta 2008 propone un'analisi dettagliata delle aziende agricole del Paese, una foto che nel 2005 ne vedeva operanti sul territorio nazionale poco meno di due milioni (1.706.773), con un reddito lordo complessivo standard pari a 22.196.287 di euro.
Tra le aziende specializzate prevalgono quelle con coltivazioni permanenti, che costituiscono quasi la metà (48,9%) del totale nazionale. Dati anche sulla superficie agricola utilizzata (Sau) che, a fronte di un territorio massicciamente caratterizzato da terreni collinari e montani e con una popolazione che nel 2007 ha raggiunto i 59,5 milioni di abitanti, costituisce il 38,2% delle aree delle regioni del Nord, il 39,9% di quelle del Centro e il 47,1% del Sud e delle Isole.
Quanto alla produttività, buono l'incremento, che nel 2006 ha segnato un aumento del 2,9%. In crescita anche i prodotti registrati Dop e Igp: oltre 170 in totale, ovvero il 21% dell'intero paniere dell'Unione europea.
Sono numeri che conferiscono all'Italia un vero primato. Non il solo: anche il settore del biologico eccelle. Nel 2006 era occupato a bio 1,1 milione di ettari con un incremento del 7,6% rispetto all'anno precedente. Numeri forti anche per le aziende di produzione: oltre 45 mila (24,9% del totale dell'Ue).
Per il biologico Italia dunque prima in Europa e quinta nella classifica mondiale dopo Australia, Cina, Argentina e Stati Uniti. Nel 2007 la produzione agricola ai prezzi di base cresce del 2.5% rispetto all'anno precedente. E' questo il risultato dell'invarianza delle quantità prodotte (-0,1%) e l'aumento dei prezzi base (+2,6%).
In calo significativo alcune produzioni: erbacee -0,5 per cento; foraggere -2,9 per cento; arboree -6,3 per cento; però è aumentata quella zootecnica (+3,3 per cento). Il settore cerealicolo: -0,3%, c'è un calo produttivo della soia (-24,11), del girasole (9,5%) e del tabacco (-6,7%) e della barbabietola da zucchero (-5,5%).
Altra evidenza della ricerca dell'Inea è l'assenza quasi costante di un dato lineare riscontrabile in tutte o quasi le regioni. Anche i dati generali, dunque, non sempre consegnano un'idea compiuta delle varie problematiche.
 
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