L'iniziativa è stata attuata in concomitanza con l'emanazione dei nuovi Psr (Piani di sviluppo rurali) regionali per il quadriennio 2007/2013, che nelle scelte e regolamentazioni in essi contenute seguono le linee guida impartite dal Commissario europeo Fischer Boel nel 2003: queste riguardavano principalmente l'introduzione di norme che puntano sull'incremento della competitività delle aziende agricole, di una più ampia consapevolezza delle scelte produttive di ogni agricoltore per la propria attività, anche e soprattutto in relazione alle caratteristiche territoriali in cui opera e ad uno sviluppo dell'agricoltura tramite l'utilizzo di tecnologie più avanzate e ad un più ampio raggio d'azione delle attività aziendali, all'insegna, quindi, della 'multifunzionalità'.
'Disaccoppiamento' e 'Condizionalità'
A caratterizzare tutta la normativa della nuova PAC 2007/2013, il 'disaccoppiamento' e la 'condizionalità'. Il primo termine è riferito al cambiamento nelle modalità di erogazione dei contributi dell'Unione europea non più in singoli premi 'accoppiati' e legati a singole colture, bensì tramite un unico importo di riferimento, stabilito sulla base di una media di contributi percepiti da ogni singola azienda durante il triennio 2000/2002; in secondo luogo, la 'condizionalità', una regola basilare per il recepimento dei contributi 'disaccoppiati', secondo la quale le aziende per il mantenimento dei propri possedimenti agricoli, dovranno adottare tecniche eco-compatibili, rispetto per le norme relative alla sicurezza alimentare e per il benessere animale, nonchè il mantenimento in buone condizioni di fertilità del terreno.
Se, dunque, il recepimento dei contributi non è più dato dalla tipologia colturale delle aziende, bensì dalle modalità produttive che esse adottano, le stesse dovranno essere assistite da una consulenza tecnica che le guidi nella giusta strada d'applicazione delle buone norme di 'condizionalità'. Da qui inizia la svolta per il settore della Consulenza aziendale, che la Commissione europea ha deciso di rendere obbligatoria in tutti gli Stati membri. L'istituzione di un servizio di consulenza aziendale, infatti, era già stata prevista nel 2003, ma solo in via facoltativa e cioè solo se richiesto dalle aziende, un'opportunità mai utilizzata in Italia.
Prove tecniche di Consulenza aziendale fino al 2010
Dal 1° gennaio 2007, quindi, e fino ad almeno il 2013, tutti gli Stati membri hanno messo a disposizione dei propri imprenditori agricoli un sistema di servizi di consulenza, che però fino al 2010 funzionerà su base volontaria, dopodichè sulla base dei risultati ottenuti e del funzionamento del sistema, il Consiglio direttivo della Commissione europea deciderà se rendere obbligatoria la consulenza anche per gli agricoltori.
Per le aziende che decideranno di avvalersi di questa 'buona guida alla condizionalità' saranno erogati contributi nel quadro delle misure dello Sviluppo rurale. Un'ottima opportunità di evoluzione per le aziende agricole, ma anche una buona possibilità lavorativa per tutti i professionisti agricoli che potranno dare consulenza tecnica qualificata agli imprenditori.
In Italia, la regolamentazione del nuovo sistema di consulenza aziendale è demandato ad ogni singola regione, tramite lo strumento del Piano di sviluppo regionale, prendendo spunto dal Psn (Piano di sviluppo nazionale) approvato a Bruxelles il 23 ottobre 2006. Ad oggi ancora molti Psr regionali devono essere definitivamente approvati dalla Commissione europea. Le forme di riconoscimento per organizzare il sistema di consulenza saranno veicolate su due canali: una per gli organismi che forniscono la consulenza, l'altra per gli imprenditori agricoli che decideranno di richiederla. Quest'ultima sarà di massimo 1.500 euro annui e solo per ricevere assistenza tecnica autorizzata. Non essendovi, però, denaro sufficiente per tutte le aziende saranno le regioni ad emanare disposizioni per individuare le tipologie alle quali concedere questo contributo e a decidere quali organismi erogatori di servizi saranno ufficialmente riconosciuti dalle stesse. Ne deriva che se le regioni non riconoscono un organismo erogatore di consulenza, questo non solo sarà completamente escluso dal nuovo sistema, ma perderà anche le aziende agricole in precedenza sue clienti, che ovviamente si rivolgeranno agli organismi riconosciuti, essendo questo l'unico modo per ricevere il contributo di 1.500 euro.
Il caso di Veneto e Piemonte
Due regioni italiane, il Piemonte ed il Veneto hanno già attivato in via sperimentale questo tipo di servizio nell'ambito del Psr 2000/2006. La conseguenza derivatane è stata quella di una esclusione dal riconoscimento regionale di tutti i singoli professionisti agricoli quali organismi erogatori di consulenza, perlopiù a vantaggio delle maggiori associazioni agricole. Una esclusione non esplicita, ma data automaticamente da norme alquanto articolate e che definivano parametri nell'ambito dei quali i professionisti non riuscivano a rientrare per essere riconosciuti come organismi erogatori di consulenza tecnica qualificata.
Esempio eclatante di questo tipo di norme 'eliminatorie' dei professionisti in Veneto, dove l'amministrazione regionale aveva deciso che per ottenere il riconoscimento gli organismi dovevano essere obbligatoriamente iscritti alla Camera di commercio, iscrizione proibita per legge ai professionisti iscritti in un Albo professionale. Un esclusione a priori, senza scampo e che menomava l'attività lavorativa dei professionisti non solo singoli, ma pure in forma associata.
Sotto segnalazione dei professionisti veneti, scontratisi direttamente con questa norma limitante, i Consigli nazionali dei dottori agronomi e forestali e degli agrotecnici e agrotecnici laureati hanno impugnato al Tar Venezia queste disposizioni al fine di modificarne l'applicazione ed impedirne la riproposizione futura, magari nell'applicazione degli imminenti Psr di altre regioni. La regione Veneto, sconfitta al Tar, si è rivolta al Consiglio di Stato, che ha sbloccato i provvedimenti, ma che allo stesso tempo ha sancito due principi molto importanti: che l'iscrizione nell'Albo professionale equivale a tutti gli effetti all'iscrizione in un Registro pubblico, come la Camera di commercio e che il riconoscimento come Organismo di consulenza va riferito 'ai singoli professionisti, ma non all'associazione in se considerata'. Un punto d'arrivo ed un riconoscimento molto importanti per i professionisti del settore agricolo.
Pantaleo Mercurio - Presidente della Fondazione per i servizi di consulenza aziendale |
La Fondazione per i servizi di consulenza aziendale
In seguito a questo caso ed alle conseguenze derivatene il Consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali, il Collegio degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, unitamente alla Federazione nazionale degli ordini dei veterinari italiani, hanno deciso di creare un comitato di coordinamento quale la Fondazione per i servizi di consulenza aziendale, preposto alla tutela dei liberi professionisti iscritti all'Albo e al controllo preventivo di tutte le misure adottate dalle singole regioni in materia di consulenza aziendale, indicate nei documenti di Sviluppo rurale come 'Misura Y' o come 'Misura 114'. A sottoscrivere l'accordo, i tre presidenti degli ordini professionali coinvolti: Roberto Orlandi degli agrotecnici, Gaetano Penocchio per la Fedrazione veterinari italiani e Pantaleo Mercurio dei dottori agronomi e forestali, che è anche stato scelto per presiedere la Fondazione.
Consulenza tecnica a 360°
La neonata Fondazione per i servizi di consulenza aziendale, oltre ad essere una novità nel panorama delle professioni intellettuali, si presta anche come un solido alleato in più nella battaglia della sicurezza alimentare. Infatti, secondo le disposizioni date dall'Unione europea ed alle sentenze della magistratura italiana, la consulenza aziendale, in particolar modo in fatto di sicurezza alimentare, può essere esercitata solo da professionisti iscritti all'Albo, perchè naturalmente in possesso di precisi requisiti di professionalità e perchè tenuti al rispetto di codici deontologici a salvaguardia dell'intera collettività. Pantaleo Mercurio, presidente della Fondazione ha di recente affermato che: 'L'Unione europea è attivamente impegnata per la sicurezza alimentare. Dai documenti programmatici, come il Libro Bianco, ai regolamenti operativi, come il Reg. CE 178/02 sulla rintracciabilità obbligatoria, la Commissione ha voluto tutelare il consumatore, con un complicato sistema di norme non sempre facilmente interpretabile e applicabile alle imprese. Vi è quindi la necessità che qualcuno sappia supportare le aziende, non perdendo di vista l'obiettivo principale: la sicurezza alimentare per tutti'.