Riforma dell’Ocm vino: un’audizione al Parlamento europeo
Perplessità e preoccupazioni del settore per una riforma che si sta delineando molto complessa
Lo spunto più importante emerso dall’audizione pubblica sulla riforma dell’Ocm vitivinicolo del 12 settembre al Parlamento europeo, è la modifica dell’ambizioso calendario stilato a luglio dal relatore della commissione agricoltura, Giuseppe Castiglione. La difficoltà del dossier ha fatto si che la presentazione della relazione avrà luogo in occasione della riunione della commissione parlamentare di novembre (20-21), con conseguente auspicata approvazione in plenaria nel mese di febbraio 2008. Sembra a questo punto improbabile che il Consiglio riesca ad andare più speditamente: arduo sarà il compito della Presidenza portoghese, che potrebbe passare il testimone alla Slovenia, a capo dell’Ue nel primo semestre 2008.
I contenuti dell’audizione
Su questioni fondamentali, le distanze tra i diversi Paesi e i contesti produttivi sono molto marcate: in particolare sullo zuccheraggio, chiave di volta del negoziato per la forte opposizione del “fronte del Nord” alla proposta della Commissione europea. Bruxelles propone l’eliminazione di tale pratica e la soppressione dell’aiuto ai mosti. Abbastanza condivise da parte di tutti i relatori le preoccupazioni in materia di etichettatura. Come sottolineato dal Presidente di Federdoc, Ricci Curbastro, la proposta della Commissione rischia di svilire tutto il sistema delle denominazioni d’origine, escludendo il luogo in cui si svolge la fase di elaborazione e imbottigliamento dai segni distintivi di un vino a denominazione protetta. Pareri in generale negativi anche in materia di estirpazione, nonostante  Castiglione abbia sottolineato il fatto che, rispetto alla proposta iniziale, la Commissione ha dimezzato da 400.000 a 200.000 gli ettari da estirpare, ascoltando le istanze del mondo produttivo. Grande preoccupazione sul tema della liberalizzazione dei diritti di impianto che rischierebbe di scardinare l’equilibrio del settore. Altre perplessità condivise sul passaggio progressivo di alcuni fondi dell’Ocm allo Sviluppo Rurale: tali fondi rischiano di uscire dal settore vitivinicolo. Molto deciso l’intervento del presidente del gruppo di lavoro “Vino” del Copa-Cogeca, che ha sottolineato come l’impostazione della riforma sia sbagliata perché su un errore di analisi della Commissione europea. Un anno di sovrapproduzione non può influenzare il futuro di un settore che, se si guarda ad altre campagne, non è nella situazione dipinta da Bruxelles. Il lavoro del Parlamento, ma anche del Consiglio, si preannuncia difficile: già in ottobre, con la prima discussione tra i ministri agricoli dell’Ue, si potrebbe avere un quadro più chiaro di come e quando (e se?) il dossier potrebbe chiudersi. (Fonte: Europe Direct Carrefour del Veneto)

Denominazioni di qualità: l’Italia ancora leader europeo
Tra le ultime iscrizioni, anche l’Asparago banco di Bassano Dop
La Commissione europea ha dato il via libera, con pubblicazione nella Gazzetta ufficiale Ue, all’iscrizione di prodotti italiani nel registro comunitario delle Denominazioni d’origine protetta e delle Indicazioni geografiche protette. L’Italia si conferma leader europeo per numero di denominazioni registrate anche grazie alla recente iscrizione de: il “Riso di Baraggia biellese e vercellese" (Dop), l'"Arancia del Gargano" (Igp), la “Castagna di Cuneo” (Igp) e l’“Asparago bianco di Bassano” (Dop). In tema di denominazioni di qualità è di questa settimana una sentenza del Tribunale di primo grado dell’Ue di Lussemburgo che nella causa intentata dal Consorzio del Grana Padano contro la denominazione “Grana Biraghi”, ha dato ragione ai primi: secondo il Tribunale, infatti, il termine "grana" non costituisce denominazione generica e descrittiva di una qualità essenziale di prodotti e di conseguenza il marchio nominativo "grana Biraghi" non può essere registrato come marchio comunitario per l'esistenza della Dop "grana". In attesa della pronuncia definitiva della Corte di Giustizia, cui presumibilmente ricorrerà Biraghi, un’importante difesa del sistema delle Dop comunitarie influirà sulla futura sentenza contro il “Parmesan”? (Fonte: Europe Direct Carrefour del Veneto)

Deroga all’obbligo di set-aside
Per la campagna 2007-2009 arriva, in ritardo, la proposta della Commissione
In occasione del Consiglio agricoltura di luglio, la Commissione aveva annunciato l’intenzione di presentare una proposta per derogare all’obbligo di set-aside per le semine dell’autunno 2007 e della primavera 2008. L’ufficializzazione doveva avvenire a fine agosto, ma l’attività rallentata delle Istituzioni europee nel periodo estivo non ha consentito di rispettare la tempistica. La proposta è imminente e già la plenaria di settembre del Parlamento europeo dovrebbe dare il parere sulla fissazione a 0 della percentuale di ritiro obbligatorio per la campagna alle porte (contrariamente al 10% previsto oggi). La Commissione sembrerebbe aver deciso per una deroga all’obbligo di mantenere a set-aside il 10% dei terreni coltivabili, lasciando invariati gli altri obblighi previsti dal regolamento 1782/2003.. I tempi ristretti non permetteranno una decisione in Consiglio prima di ottobre: la Commissione europea per garantire certezza giuridica agli agricoltori che devono programmare le semine dovrebbe pubblicare, entro fine settembre, una Comunicazione a suffragio di quanto proposto. Si ricorda che in Consiglio ed in Parlamento la situazione è abbastanza lineare e non sembrano ipotizzabili, al momento, colpi di scena nell’iter di approvazione. (Fonte: Europe Direct Carrefour del Veneto)

Ristrutturazione del settore dello zucchero
La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato la relazione dell’on. Katerina Batzeli sulla proposta della Commissione europea riguardante il rilancio del piano di ristrutturazione del comparto
La principale modifica proposta dal Gabinetto Fischer Boel prevede che la percentuale dell'aiuto da concedere ai coltivatori e ai fornitori di macchinari sia fissata al 10% (nella riforma 2006 si prevedeva questa percentuale come minimo contributo ai bieticoltori), ma che i coltivatori che rinunciano alla quota ricevano un pagamento aggiuntivo, versato con effetto retroattivo, di 237,50 euro per tonnellata rinunciata. Un nuovo elemento consisterebbe nella possibilità per i coltivatori di barbabietole di chiedere aiuti, entro certi limiti, direttamente al fondo di ristrutturazione. A titolo di incentivo supplementare, le aziende che rinunciano a un determinato quantitativo della propria quota nella campagna 2008/09 saranno esentate dal pagamento del contributo di ristrutturazione per la parte di quota che era stata oggetto di ritiro preventivo nella campagna 2007/08. Le richieste dei deputati europei riguardano un tasso più elevato dell’aiuto, una compensazione integrale per le industrie che riconvertono la propria attività in produzione di bioetanolo e la possibilità di prorogare i ritiri preventivi fino al 2015. L’approvazione definitiva del Parlamento è prevista durante la sessione plenaria del 25 settembre; questo permetterà poi al Consiglio agricoltura del 26 settembre di adottare la proposta della Commissione, in tempo utile per l’inizio della campagna. (Fonte: Europe Direct Carrefour del Veneto)

L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari
Secondo la Commissaria all’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, alla base del fenomeno ci sarebbe la rforma della Pac
Il recente, brusco, innalzamento dei prezzi dei prodotti alimentari, soprattutto nel settore lattiero-caseario, non deve aver fatto trascorrere una fine estate tranquilla alla Commissaria all’agricoltura, Mariann Fischer Boel, che dal suo blog è intervenuta per commentare la situazione di mercato. In realtà, secondo la Commissaria, si tratta di una situazione facilmente preventivabile e soprattutto che risponde agli obiettivi della riforma della Pac del 2003: le imprese diventano più reattive al mercato e l’agricoltura europea più competitiva. Per quanto riguarda, in particolare, il settore lattiero-caseario, ribadendo per l’ennesima volta l’intenzione di abolire le quote a partire dal 2015, ha confermato che entro fine anno dovrebbe essere pronto il rapporto UE per preparare il dibattito relativo alle modalità di accompagnamento che dovranno garantire quello più volte definito come l’atterraggio morbido verso la fine del regime. Questa volta la Commissaria sembra essersi sbilanciata maggiormente rispetto agli interventi passati, lasciando intendere la sua preferenza per la soluzione dell'aumento delle quote da qui al 2015. Intanto è fissata per l’11 gennaio 2008 una conferenza/seminario sull’argomento, organizzata dalla Commissione europea. Per saperne di più visitare il sito web: http://blogs.ec.europa.eu/fischer-boel/rising-food-prices/ (Fonte: Europe Direct Carrefour del Veneto)


Agroalimentare italiano in crescita
Lo rileva una ricerca Ismea che ha analizzato il periodo 2001/2006
Migliora la performance economica dell'industria alimentare italiana che nel 2006 ha conseguito un recupero del valore aggiunto del 7%. Lo sottolinea uno studio dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) sulla “Competitività dell'agroalimentare italiano, check-up 2007”. Secondo l'Ismea, dal 2001 al 2006, nonostante il calo rilevato l'anno scorso, la produttività del lavoro in agricoltura ha mostrato un trend positivo (+2% medio annuo). L'Italia si colloca nell'Unione Europea all'ottavo posto nella classifica per produttività, pur risultando in testa alla graduatoria per ammontare del valore aggiunto. Dal check-up Ismea emerge, inoltre, un incremento dei prezzi agricoli alla produzione del 6,1%, a fronte di un aumento dei costi nel 2006 del 2,7%, legato soprattutto ai rincari dei prodotti energetici e degli animali d'allevamento. Per quanto riguarda le esportazioni agroalimentari lo studio indica un aumento del 6,6% per un ammontare pari a 20,6 miliardi di euro. Lo studio può essere scaricato dal seguente sito web: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/agroalimentare/Check2007.pdf (Fonte: gov)

Vendemmia 2007: produzione in calo rispetto allo scorso anno
Nei tradizionali incontri di agosto promossi da Veneto Agricoltura e Assoenologi sono state illustrate le prime stime di una vendemmia caratterizzata da un forte anticipo
Le piogge di inizio settembre hanno provocato seri danni all’agricoltura, mettendo in discussione, tra l’altro, i risultati di una vendemmia che fino a quel momento si annunciava molto interessante. Le stime illustrate a Soave (Vr) da Assoenologi indicano infatti una vendemmia complessivamente in calo rispetto al 2006. Tale riduzione varia però da Regione a Regione, toccando addirittura un complessivo -30% in Sicilia. A livello Triveneto, invece, come già annunciato ad inizio agosto nel tradizionale incontro promosso a Legnaro (Pd) da Veneto Agricoltura - Europe Direct Carrefour del Veneto, la produzione dovrebbe attestarsi poco sotto i valori dello scorso anno, ma va sottolineato che la stima comprende un –5% del Veneto, un +10/15% del Friuli-Venezia Giulia e una percentuale sostanzialmente invariata in Trentino-Alto Adige. La vendemmia 2007 sarà ricordata soprattutto per il forte anticipo con cui sono iniziate le operazioni di raccolta delle uve (bisogna tornare indietro di 70 anni per trovare un tale anticipo). In alcune zone la raccolta è iniziata addirittura nella prima decade di agosto, con un anticipo che va dai 10 ai 20 giorni rispetto alla media pluriennale. Il decremento produttivo ha le sue massime punte nel Sud Italia e, come detto, in modo particolare in Sicilia dove, in alcune aree (trapanese), si raggiungono valori di -50% rispetto allo scorso anno per problemi di peronospora. Per quanto riguarda le contrattazioni delle uve e dei vini all’ingrosso, Assoenologi indica generali incrementi con prezzi in rialzo, con punte di maggior interesse per quei vini particolarmente richiesti dal mercato. Mediamente si registrano aumenti compresi tra il 5 ed il 20% sia al Nord che al Centro e al Sud, con punte da capogiro per alcuni prodotti come il Prosecco che per alcune partite fa registrare picchi del 100% rispetto alle quotazioni dello stesso periodo dello scorso anno.

Bio, che polverone
Il settimanale L’Espresso solleva le critiche del mondo del biologico con una copertina shock
Ha fatto scalpore un titolo de L’Espresso “Bio che bluff”, che ritrae sarcasticamente un uomo con un mazzo di carote in mano. Pronte le risposte del mondo dei produttori e delle organizzazioni pro-biologico, che hanno subito iniziato una battaglia di controinformazione a colpi studi, opinioni, propagande e addirittura minacce legali per difendere i prodotti naturali. Sotto accusa infatti, oltre al titolo, l’articolo e i dati di una ricerca comparativa di Altroconsumo, che mette a confronto un campione di prodotti biologici e altrettanti di natura convenzionale. Dalle indagini riportate dal settimanale risulta non solo che i prodotti biologici non sarebbero benefici, ma addirittura nemmeno tanto salutari. L’articolo in realtà è più cauto e si limita a sostenere che il biologico è un fatto ambientale, un sistema di produzione e allevamento ecologicamente corretto e che è una scelta di marketing farlo apparire benefico per la salute. Tuttavia, lo stesso L’Espresso secondo molti oppositori, da Greenplanet.net ad Assobio, conterrebbe in sé toni contraddittori. In un articolo correlato dal titolo “Polemica verde” è il settimanale stesso a sostenere che il biologico avrebbe più antiossidanti, più nutrienti e meno sostanze tossiche. Per saperne di più su questo dibattito consultare i siti web de L’Espresso: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Bio-non-fa-miracoli/1732248 e di una delle controparti: http://www.greenplanet.net (Fonte: Europe Direct Carrefour del Veneto)

Pubblicazione a cura di:
Europe Direct Carrefour del Veneto – Centro di Informazione e Animazione della Commissione europea - Veneto Agricoltura – Settore Studi Economici, viale dell’Università, 14 Agripolis – 35020 Legnaro (Pd) - Tel. 049 8293716/8293717 Fax 049 8293718