Attualmente gli agricoltori spagnoli hanno diritto ad una pensione mensile intorno ai 420 euro al mese, molto vicina a quella dei coltivatori diretti italiani. Il governo Zapatero, accogliendo le richieste di tutte le organizzazioni agricole spagnole, ha varato una profonda riforma del sistema previdenziale degli agricoltori che entrerà in vigore dal prossimo anno. Viene abolito il “regime speciale agrario della sicurezza sociale” mediante la sua integrazione nel “regime dei lavoratori autonomi”. E’ quanto evidenzia la Cia - Confederazione italiana agricoltori ribadendo l’esigenza che anche nel nostro Paese si proceda ad una riforma della previdenza agricola, prevedendo da subito un aumento delle pensioni al minimo. E’ vero che il provvedimento spagnolo comporterà una maggiore contribuzione a carico dei 350 mila iscritti al regime agrario, ma, di contro, il beneficio sulle prestazioni a favore dei coltivatori sarà di gran lunga più vantaggioso. Basta pensare che le pensioni autonome minime corrisposte dal regime degli autonomi è pari a 664 euro mensili, per non citare le altre prestazioni erogate. E’ questo un segno evidente - constata la Cia - della necessità per un paese moderno di integrare l’attività agricola nel sistema economico generale, anche da un punto di vista sociale.