Rafforzare l’orientamento al mercato e la competitività del settore ortofrutta, ridurre le fluttuazioni del reddito dei produttori causate dalle crisi di mercato, aumentare il consumo di frutta e verdura nell’Unione europea, sostenere le protezione dell’ambiente e ridurre i costi amministrativi. Questi gli obiettivi della Riforma OCM Ortofrutta presentata venerdì 27 aprile a Macfrut 2007, 24° Mostra Internazionale di tecnologie e servizi per l’ortofrutta (Cesena, 26-28 aprile 2007), nel corso del convegno “Il governo dell’offerta e la gestione delle crisi nella nuova organizzazione di mercato” promosso dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Cesena Fiera e Cso, Centro servizi ortofrutticoli.
"Questi temi - ha detto in apertura Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera - esprimono la completezza della filiera e siamo convinti che da qui, oggi, nasceranno indicazioni innovative per tutti i protagonisti del settore".

A fronte di una produzione mondiale di ortofrutta di 1.314 milioni di tonnellate, l’Unione europea a 27 occupa posizioni di retroguardia (108 mln di tonnellate). L’Italia è al primo posto tra gli Stati membri sia per la produzione di ortaggi (16 mln tonn) che di frutta (oltre 10 mln tonn), ma resta alta la dispersione dell’offerta: l’aggregazione si ferma al 31% sul 33,7% della media europea.
"La proposta di Riforma – ha spiegato Matteo Fornara, rappresentante a Milano per la Commissione Europea - punta da un lato a rendere le Organizzazioni dei produttori (Op) più attrattive per aumentare la concentrazione dell’offerta, dall’altro a introdurre nuovi strumenti di gestione delle crisi per le Op".
Quanto al primo punto, viene introdotta una maggiore flessibilità nel regime per le Op (1 prodotto ad 1 OP), sono previsti aiuti supplementari (aumento a 60%) per Paesi con scarso livello di organizzazione, per nuovi Stati membri, per Regioni ultraperiferiche e aiuti supplementari (finanziamento Eu a 60%) per fusioni di Op, costituzione di Op transnazionali e associazioni di Op (Aop).
La gestione delle crisi è affidata alle Op (co-finanziamento 50%-50%) solo per gli aderenti e a un massimo del 33% del fondo di esercizio. Novità di rilievo, il disaccoppiamento. "La Riforma – ha detto Fornara - punta a integrare il settore della frutta e verdura nel Regime di Pagamento Unico attraverso il disaccoppiamento (nessun legame tra aiuto e produzione e libertà di coltivazione) degli aiuti per i prodotti trasformati e attraverso l’eleggibilità di tutte le superfici coltivate a frutta e verdura". L’ammontare totale che verrà trasferito al Regime di Pagamento Unico è di circa 800 milioni di Euro, di cui 315 milioni per l’Italia.
E ancora, viene introdotto un principio di armonizzazione - sono ammesse tutte le superfici coltivate a ortofrutticoli (compresi i frutteti, incluse le patate) – e di semplificazione in linea con la Pac. Nel testo si parla di Promozione del consumo tramite l’azione delle Op, con l’obbligo di includere nei programmi operativi incentivi al consumo di ortofrutta da parte dei giovani, e di condizionalità obbligatoria. La Proposta è al vaglio del Parlamento europeo e dal primo gennaio 2008 entrerà in vigore la nuova Ocm.
"La Riforma rafforza il ruolo delle Op – dichiara Luciano Trentini, direttore Cso - nella gestione delle crisi, anche se io preferisco parlare di prevenzione, attraverso l’aggregazione che in Italia è ancora scarsa e raggiunge poco più del 30%. Fa eccezione l’Emilia Romagna, che sfiora il 50/55%. In questo contesto, il Cso si occupa della gestione della produzione e del prodotto attraverso la valorizzazione delle DOP, in particolare pesca, nettarina e pera attraverso progetti mirati".
Il sistema delle Op (20) in Emilia Romagna registra un deciso processo di aggregazione in Aop (6). Le aziende agricole associate sono oltre 14 mila e rappresentano il 50% del totale, contro il 30% a livello nazionale. L’aiuto comunitario per il settore regionale ha registrato una performance del 37% sul totale nazionale.
"Se vogliamo trovare un difetto alla Riforma – ha detto Trentini - è quello di non aver messo a disposizione risorse supplementari, visto il peso dell’ortofrutta pari al 16%, mentre gli aiuti non arrivano al 4%".

Nel corso del convegno si è parlato di produzioni eccedentarie e di relazioni con la produzione per la programmazione delle promozioni al punto vendita.
Ha concluso il dibattito l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, intervenendo sulle misure anti crisi. “Dalla Riforma è evidente – ha detto Rabboni - come la Commissione abbia avvertito la necessità di dare una risposta alle crisi congiunturali. L’abbandono di una politica di tipo centralizzato a favore di interventi periferici e che vedono le OP come artefici, ha portato la Commissione a proporre un coacervo di possibili soluzioni le cui regole applicative sono tuttora da definire. Allo stesso tempo, la Commissione ha precisato come non sia intenzionata ad affrontare il tema delle crisi di tipo strutturale, sulle quali occorre che siamo tutti consapevoli che saranno governate dalle regole del mercato".