Riparte BeeNet, il progetto di monitoraggio nazionale sulla salute degli alveari. Un progetto che era già stato attivato dal 2011 al 2014, sulla scia di Apenet, l'altra grande campagna di monitoraggio delle api conclusasi nel 2010.

BeeNet è un progetto finanziato dalla Rete rurale nazionale del Mipaaf nell'ambito degli strumenti di monitoraggio e valutazione, allo scopo di valutare l'efficacia delle misure agroambientali della Pac, in particolare di quelle che ricadono sotto la denominazione di "greening".

Il nuovo BeeNet è iniziato ufficialmente nel 2019 a settembre, ma poi a causa della pandemia molte attività sono state rallentate, in particolare quelle legate ai campionamenti sul campo. Così nel corso del 2020, non essendo stato possibile far partire la rete a causa della situazione sanitaria, sono stati definiti i criteri per la scelta delle postazioni e sono state fatte prove comparative sulle arnie tecnologiche disponibili sul mercato.

Quindi il progetto al completo riparte ora, con l'attivazione della rete di monitoraggio e con le attività di campionamento, in alcune regioni già effettuate anche a marzo e programmate per giugno in tutto il territorio nazionale, e andrà avanti fino all'agosto del 2023, anche se è possibile che il progetto venga prolungato per altri due anni.

Il progetto vede oltre trecento alveari, distribuiti in tutta Italia, che fungeranno da stazioni di monitoraggio e si baserà su quattro controlli funzionali all'anno in cui viene valutata la forza della colonia sulla base dell'attività di volo, dell'ammontare delle api e delle condizioni delle scorte.

I controlli sono affidati ai tecnici delle associazioni nazionali o direttamente dal Crea, come nel caso degli apiari in Umbria e in Emilia-Romagna, che si occuperà anche delle analisi sui campioni prelevati in tutta Italia.

Durante i controlli infatti saranno presi anche dei campioni di api per effettuare delle analisi sulla presenza di patogeni, con particolare attenzione ai virus legati alla varroa e ai patogeni implicati nel collasso delle colonie, per comprenderne il livello di diffusione sul territorio e le eventuali associazioni a determinate condizioni ambientali.

Due volte l'anno saranno prelevati anche campioni di pane d'api, il polline stivato nei favi, per valutarne la qualità nutrizionale e l'eventuale contaminazione da fitofarmaci.

Poi, a partire dal 2022, alcuni alveari di ogni postazione saranno equipaggiati con arnie tecnologiche dotate di sensori, per rilevare e trasmettere in modo automatico i parametri caratterizzanti la forza della famiglia e segnalare da remoto l'occorrenza di eventi anomali nell'alveare.

In più, oltre alla rete di monitoraggio apistico, costituita da postazioni di alveari di ape da miele, il nuovo BeeNet prevede una rete della biodiversità degli apoidei selvatici che viene sviluppata al momento in sole undici regioni italiane, rete che è stata attivata già nel 2020 e che è pienamente attiva da marzo di quest'anno.

In ognuna di queste regioni sono state individuate due zone agricole, una intensiva e una seminaturale, all'interno delle quali viene eseguito il monitoraggio degli apoidei selvatici e della flora spontanea mellifera tramite la tecnica del transetto, fatta in ognuna delle zone coltivate.

La tecnica del transetto consiste in un percorso di duecento metri, dove i ricercatori, con procedure standardizzate, raccolgono gli apoidei con retino a mano e identificano le piante sulle quali si trovano. I campioni vengono poi portati in laboratorio e identificati a livello di specie.

Questo monitoraggio ha il duplice scopo di creare un sostanzioso database di informazioni sugli apoidei a livello nazionale, e di effettuare un confronto diretto, in termini di ricchezza e diversità degli apoidei, tra zone ad agricoltura intensiva ed altre in cui l'agricoltura viene praticata in prossimità di aree naturali.

Come spiega Laura Bortolotti, ricercatrice del Crea agricoltura e ambiente e coordinatrice nazionale del progetto, l'obiettivo è valutare lo stato di salute e il grado di inquinamento dell'ambiente agricolo, attraverso l'analisi delle condizioni di famiglie di api, della presenza di residui di inquinanti nei loro prodotti e della biodiversità degli apoidei selvatici.

"Pertanto - commenta la dottoressa Bortolotti - nel nuovo BeeNet, la salute delle api non è più l'oggetto primario dello studio, ma lo strumento attraverso il quale valutare le condizioni dell'agroambiente italiano. Ciononostante dal progetto si otterranno informazioni importanti sulle condizioni delle api da miele e degli apoidei selvatici, oltre ad intercettare l'insorgere di eventuali problematiche di tipo patologico o ambientale".

"Più in generale - conclude - in BeeNet le api ci indicheranno quanto siano salubri le nostre zone agricole e quindi quanto siano favorevoli all'insediamento e al mantenimento delle popolazioni di api, selvatiche e non. Attraverso il progetto BeeNet, inoltre, si tenterà di mettere a punto un indicatore, basato sullo stato di salute delle api da miele e sulla ricchezza e abbondanza di specie di apoidei selvatici, per valutare la qualità dell'ambiente agricolo".