Queste le parole di Eliana Schiavon, la neo eletta presidente della Società italiana di buiatria.
Da questo mese di gennaio è entrato infatti ufficialmente in carica il nuovo Consiglio direttivo della società per il triennio 2020-2022, eletto nel novembre scorso in occasione del 51esimo Congresso nazionale della società.
Consiglio direttivo che oltre ad Eliana Schiavon è formato dal vicepresidente Andrea Beltrami, dipendente dell'industria privata, dal segretario Maurizio Monaci del dipartimento di Medicina veterinaria di Perugia (settore Clinica ostetrica e Ginecologia), dal tesoriere Cristiano Barisani, libero professionista, e dai tre consiglieri, tutti liberi professionisti: Stefano Allodi, Mariagrazia Belotti e Roberto Landriscina.
"Il nostro - continua Eliana - è un mestiere che richiede specializzazione e che si è evoluto nel tempo, costituendo tuttora un punto di riferimento per due comparti, quello della carne bovina e il lattiero-caseario, che svolgono un ruolo di primissimo piano nell'economia di questo paese. Questo nella nostra duplice veste di specialisti della salute bovina e di tutori della salubrità del prodotto. In più la nostra è una professione a breve destinata a un fortissimo ricambio generazionale, visto che la maggior parte dei veterinari che oggi operano negli allevamenti sono sessantenni o ultra-sessantenni".
Di qui l'intensa attività che in questo 2020 la Sib dedicherà ai giovani: oltre agli incontri di orientamento rivolti agli studenti del terzo e del quarto anno del corso di laurea in Medicina veterinaria, saranno organizzati i corsi di ecografia, di base e avanzato, e i corsi (sempre di base e avanzato) per la conoscenza dei principali software gestionali d'uso negli allevamenti. Infine, nel quadro del 52esimo Congresso annuale, ecco i corsi pratici di diagnostica avanzata (endoscopia, radiografia, tecnica di campionamento in allevamento, ecc.). Per quanto riguarda invece i meno giovani, ci saranno gli aggiornamenti specialistici, come quelli offerti nei corsi avanzati di cui sopra o in occasione della giornata buiatrica dedicata al marketing in allevamento, caldeggiata da alcuni associati "esperti". Nel corso del triennio non mancheranno infine i corsi sulla biosicurezza in stalla, ambito in cui l'intera categoria è chiamata a un cambio di passo.
Formazione di livello
Un'offerta formativa varia, ma che avrà prerogative precise: "il secondo obiettivo del nostro mandato - riprende infatti Eliana Schiavon - è offrire una formazione ai massimi livelli, finalizzata a far capire a fondo le problematiche per poi mettere in grado il professionista di intraprendere le migliori soluzioni. Dunque, come è già stato detto, la Sib non è mai stata e non sarà mai la società dei protocolli, ma il nostro non è un rifiuto a priori: nel nostro mestiere il protocollo operativo può starci, ma è fondamentale capire perché si applica quel determinato protocollo. Un apporto determinante a questa attività di formazione di alto livello sarà certamente dato dal nuovo Consiglio direttivo"."Tutto questo - osserva ancora la presidente - senza mai perdere di vista la specificità della Sib: il carattere distintivo del nostro sodalizio è infatti accogliere nelle nostre fila non soltanto i veterinari liberi professionisti o attivi presso l'industria privata, ma anche i dipendenti del Sistema sanitario nazionale e dell'università, per cui continueremo a trattare gli argomenti da tutti e tre i punti di vista, mantenendo un forte legame con il mondo della ricerca. Per cui desideriamo che le comunicazioni scientifiche mantengano e anzi sviluppino il proprio spazio all'interno del nostro congresso annuale".
Aperti al dialogo
Terzo e ultimo obiettivo, l'apertura alle altre associazioni di settore. "Alle donne - sottolinea Eliana Schiavon - vengono solitamente riconosciute ottime doti diplomatiche, per cui come presidente donna farò tutto il possibile per migliorare il dialogo in essere con le altre società scientifiche attive in campo buiatrico, e che negli anni sono nate per gemmazione dalla Sib. Siamo infatti convinti che occorra lavorare insieme, condividere i processi formativi fino a ipotizzare un comune percorso futuro. Questo nell'ottica di proporre al buiatra un'offerta formativa sempre meno frammentaria e dispersiva, perché oggi il professionista che lavora ha poco tempo e non riesce certamente a seguire tutto quello che vorrebbe". La buiatria prima di tutto.
Eliana Schiavon, presidente Sib
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Fonte: Società italiana di buiatria