Secondo gli analisti della Fao, la domanda mondiale di carne è destinata infatti a raddoppiare entro il 2050. Un dato che pone importanti interrogativi in ordine all’impatto di questa crescita sull’ambiente. Il Gruppo Brazzale risponde in modo virtuoso a questa sfida con una grande innovazione: il sistema di allevamento Silvi Pastoril, realizzato in Brasile, nella regione del Mato Grosso do Sul.
Silvi Pastoril riduce di 10 volte l’impatto ambientale dell’allevamento dei bovini, con un sistema di pascolo riforestato che incrementa di oltre il doppio la produzione di carne rispetto a quello convenzionale, migliora le proprietà fisiche del suolo e mitiga la quantità di gas metano eliminato dai bovini. Grazie a innovative tecniche colturali frutto di un decennio di ricerca condotta dallo staff italiano guidato da Vittorio Maronese e Piercristiano Brazzale, il rivoluzionario allevamento bovino da carne realizza un ciclo biologico sostenibile che raggiunge i più elevati standard di benessere animale ed efficienza riportando ad un equilibrio ecologico naturale.
"È un risultato fantastico che riconcilia ambiente, etica e produzione – commenta Roberto Brazzale, presidente del Gruppo Brazzale –. Con il pascolo riforestato con 300 alberi per capo otteniamo una riduzione di dieci volte dell'impatto ambientale raddoppiando la produzione di carne, e riportiamo il bestiame a condizioni di assoluto benessere, perché vive come in natura allo stato brado. La riforestazione genera grandi quantità di legna impiegata come energia termica rinnovabile e prezioso materiale da costruzione. È la riprova che solo l'innovazione, l'apertura dei mercati e lo sviluppo dei processi produttivi potranno nutrire il mondo in modo etico, efficiente e sostenibile. Siamo felici di offrire, proprio a Milano durante Expo, delle prospettive entusiasmanti del tutto opposte a quelle depressive ed irresponsabili che emergono dalla Carta di Milano e vengono promosse dei sostenitori della decrescita".
Il sistema Silvi Pastoril prosegue la strada intrapresa dal Gruppo Brazzale con la filiera ecosostenibile certificata del Gran Moravia, già realizzata per il latte in Repubblica Ceca. La filiera raccoglie giornalmente il latte da oltre 18.000 capi bovini di alta genealogia, allevati in una rete di 80 fattorie su quasi 90.000 ettari, nel rispetto di parametri di impatto ambientale prefissati dal Gruppo stesso, quali la dotazione di almeno 5 ettari di terreno per ogni capo bovino in lattazione, la stabulazione libera con cuccette individuali per oltre il 90% del bestiame allevato, un carico di nitrati per ettaro sei volte inferiore rispetto ai limiti comunitari e la assenza nei formaggi di aflatossine dei foraggi. Non solo: il Gran Moravia è il primo formaggio al mondo a quantificare e comunicare al consumatore la propria "Water footprint", ovvero l’impronta idrica, con risultati da primato nel contenimento dell'utilizzo idrico, alla stalla e in caseificio.
Il progetto Silvi Pastoril è stato presentato lo scorso mercoledì 7 ottobre a Milano da Roberto Brazzale, presidente del Gruppo Brazzale insieme al fratello Piercristiano, responsabile tecnico del gruppo, e a Vittorio Maronese direttore di Agropecuaria Ouro Branco e responsabile del progetto. A Milano erano presenti i docenti universitari autori della ricerca condotta in Brasile sul progetto: Giselle Feliciani Barbosa, Universidade Estadual de Mato Grosso do Sul (Uems), Brasil Prof Wol_Camargo, Marques Filho, Universidade Anhanguera-Uniderp, Brasil. Accanto a loro Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, Luigi Mariani, dell’Università degli Studi di Milano e Giordano Masini, caporedattore Stradeonline e collaboratore de Il Foglio.
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Fonte: Gruppo Brazzale