Dal mercato la richiesta di carne di razza Chianina è in continua crescita, superiore alla capacità di offerta del sistema produttivo toscano. E' necessario lavorare per incrementare la produzione, attraverso una maggiore tutela dell'origine e della qualità della carne Chianina, una maggiore promozione dell'immagine e del prodotto, un sostegno alla produzione e alla crescita degli allevamenti e sviluppando ulteriormente la commercializzazione del prodotto. Questo, in sintesi, quanto è emerso dal convegno organizzato dalla Cia Toscana sulla razza Chianina che si è svolto a Bettolle (Si), nella patria di Ezio Marchi 'padre' di questa razza bovina toscana. A fronte di una richiesta da parte dei consumatori i dati parlano di una diminuzione dei capi di razza Chianina – negli ultimi cinque anni – del 4,9%, contro una crescita nelle regioni limitrofe di produzione, ovvero Lazio (+10,5%) e Umbria (+7,4%). Inoltre, negli ultimi tre anni, tante piccole aziende di allevamento sono state costrette a chiudere (-3,2% dal 2009 al 2011).
"Fra le cause principali – ha sottolineato Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – ci sono i costi di produzione, che in Toscana, sono sempre più elevati e gli allevamenti ancora di tipo tradizionale, che vuol dire produzioni di qualità più elevata ma con costi maggiori. Inoltre le nostre aziende sono sempre più di piccole e medie dimensioni. Bisogna puntare sul miglioramento genetico della razza, rendere competitivo il sistema di allevamento e avere rapporti più stretti all'interno della filiera".
Le proposte della Cia Toscana: tutelare l'origine e la qualità della carne Chianina attraverso un sistema di tracciabilità che va ulteriormente rafforzato e implementato si. Promozione dell'immagine e del prodotto: ci vuole un salto di qualità nelle azioni concrete ed in termini di strategia; promuovendo l'immagine della Chianina con più spazio nella comunicazione pubblica agli allevamenti e agli allevatori per rinsaldare l'immagine del prodotto con il territorio. La Cia Toscana chiede anche un sostegno allo sviluppo della produzione e alla crescita degli allevamenti: lavorare per incrementare la produzione, attraverso azioni e scelte politiche che portino gli allevatori ad investire. Infine secondo la Cia regionale è fondamentale sviluppare e qualificare la commercializzazione: il produttore ha un interesse primario alla tutela del prodotto, dall'immagine, all'origine al contenuto che viene comunicato al consumatore.
I numeri - Solo negli ultimi tre anni (2009-2011) i capi di razza Chianina sono passati da 21.265 (2009) a 20.354 (2011) mentre erano oltre 22mila nel 2007; il numero di vacche è passato da 9.717 a 9.348, mentre il numero di aziende è passato da 581 a 562. Sono Arezzo, Siena e Grosseto le province toscane in cui è più consistente l'allevamento della Chianina. Arezzo conta 181 aziende, 2.942 vacche e 6.438 capi; Siena 108 aziende, 2.200 vacche e 5.033 capi; Grosseto 130 aziende, 2.067 vacche e 4.596 capi. Ma per tutte e tre le province l'ultimo triennio è stato in perdita: Arezzo ha fatto segnare un -3,2% di aziende; -2,5% di vacche; -0,2% di capi; Grosseto -4,4% di aziende; invariato il numero di vacche; -3,8% di capi; Siena -0,9% di aziende; -3,6% di vacche; -3,4% di capi.
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Fonte: Cia - Toscana