Aumento dei prezzi e della produzione sotto la spinta della vorticosa domanda dei Paesi emergenti. Sono queste le dinamiche che hanno connotato nel 2010 il mercato mondiale di latte e derivati, con prospettive di ulteriori tensioni nel 2011, anche per effetto delle basse scorte globali.

Secondo l’analisi di Ismea “Mercato lattiero caseario: scenario mondiale e nazionale” che verrà presentata  sabato 29 ottobre, in occasione dell’ottava edizione degli Stati generali del latte a Cremona, l’offerta mondiale di latte ha registrato nel 2010 un incremento del 2%, che dovrebbe trovare conferma anche quest’anno.

Nell’Europa a 27, dopo il buon esito produttivo dello scorso anno (+1,3% rispetto al 2009), si registra una crescita del 2,5% nei primi sette mesi del 2011. Anche sul fronte dei prezzi il 2010 ha chiuso con un aumento medio del 15% per il latte alla stalla, di riflesso alle dinamiche in atto sui mercati internazionali.

Quanto all’Italia, lo scorso anno le consegne di latte sono leggermente aumentate (+0,9%), grazie alla maggiore richiesta dell’industria e alla ripresa delle esportazioni.

Tra i derivati è cresciuta, sempre nel 2010, la produzione di yogurt e burro, rispettivamente del 5,4% e dello 0,8% su base annua, mentre è apparsa stabile quella dei formaggi, nonostante il maggior numero di forme di Grana padano (+2,8%) e Parmigiano reggiano (+2,4%). In flessione i quantitativi di latte alimentare (-1,1%).

I prezzi all’origine hanno fatto segnare lo scorso anno un forte incremento (+13,5% rispetto al 2009 nella media del comparto), su cui ha molto inciso il rincaro dei formaggi duri ( +17%) e delle materie grasse (+31%). Una dinamica, questa, consolidata nei primi nove mesi del 2011 con un più 19,7% su base annua.

I dati più recenti evidenziano anche un inasprimento dei costi di produzione a carico degli allevamenti bovini ( +6% nel 2010, +13% nel 2011), a causa soprattutto dei forti rincari dei prodotti destinati all’alimentazione del bestiame.

Relativamente ai consumi, il mercato domestico sta mostrando diffusi segnali di stagnazione, con situazioni anche di scarsa tenuta. Al contrario, le esportazioni, confermano l’andamento positivo del 2010 con incrementi rilevati anche nei primi sette mesi di quest’anno.