"Sono troppi i prodotti che confondono il consumatore con indicazioni sommarie per 'mascherarne' la provenienza. L'Unione europea deve impegnarsi concretamente e fattivamente affinché la qualità abbia il rispetto e il riconoscimento che merita. Come? Evidenziando chiaramente sulle etichette da dove proviene la materia prima e dove viene realizzato un determinato prodotto". 

Ad osservarlo è stato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano, il quale, nel ricordare che la 'I' di Italia del bollo CE visibile sulla confezione di ciò che si acquista, si riferisce al solo confezionamento

Berni, rammenta inoltre il significato del progetto 'Gusta la qualità', realizzato in collaborazione con l'assessorato all'Agricoltura della regione Lombardia e con Unioncamere Lombardia che, a partire da fine settembre, prevede attività di promozione ed educational sulle caratteristiche nutrizionali e qualitative del Grana Padano, anche attraverso degustazioni guidate, e la diffusione della conoscenza dei marchi Dop, Igp e Doc tramite la distribuzione di materiale informativo. 

"Il Grana Padano - stima il direttore generale del Consorzio - è il prodotto Dop più consumato nel mondo, con una produzione, lo scorso anno, di 4.350.000 forme (delle quali oltre 1.300.000 esportate all'estero) per un valore al consumo di quasi 2,4 miliardi di euro". 

"Il nostro Consorzio - informa Berni - investe 7 milioni di euro all'anno, per un totale di 12mila interventi di vigilanza, tutela e controlli, in Italia e all'estero, offrendo ai produttori, ai consumatori e al mercato assoluta trasparenza".