Il prezzo del Pecorino Romano Dop fa un salto all'indietro nel tempo di oltre due anni e torna sulla piazza di Milano ai valori del luglio 2022.
Dopo due anni di produzione sui massimi livelli, e un calo fisiologico del prezzo per assecondare una domanda di prodotto vicina al punto di saturazione, si inserisce il terzo incomodo: il dazio Usa all'importazione del 15%, che pesa di più rispetto ad altri prodotti.
Fino al 31 luglio scorso, i formaggi ottenuti da latte di pecora provenienti dalla Ue erano infatti esenti dazio in Usa perché negli States non si producono formaggi con questo latte.
Pronta la risposta del Consorzio di Tutela, che da Macomer si è lanciato alla ricerca di nuovi mercati e al consolidamento di quelli ormai acquisiti.
Le quotazioni del 13 ottobre 2025
Ieri, 13 ottobre 2025, alla Borsa Merci di Milano il Pecorino Romano Dop con almeno cinque mesi di stagionatura, alle condizioni franco caseificio o magazzino di stagionatura, merce nuda, Iva inclusa, è stato quotato a 11, 65 euro al chilogrammo sui minimi e 11,75 euro sui massimi, in perdita di 0,10 euro sulla precedente seduta del 6 ottobre scorso (-0,8%), quando invece si era rilevata stabilità. Già nelle settimane immediatamente precedenti e successive all'avvio della campagna lattiero-casearia 2025-2026, i prezzi del formaggio tutelato avevano registrato ulteriori cali.
Basti solo pensare che nella seduta di chiusura della campagna lattiero casearia 2024-2025, il 28 luglio scorso, i prezzi erano ancora attestati a 12,05 euro al chilo sui minimi e 12,20 euro sui massimi. Il calo intervenuto tra fine luglio e la metà di ottobre è di ben 0,40 euro al chilo sui minimi e di 0,45 sui massimi, per un calo medio del 3,46% in circa due mesi e mezzo.
Questa diminuzione riporta i prezzi del Pecorino Romano Dop all'11 luglio 2022, quando il prezzo medio a Milano fu di 11,70 euro al chilogrammo, lo stesso raggiunto ieri. La differenza tra oltre tre anni fa ed oggi è la tendenza: all'epoca i prezzi del Romano erano in rapida ascesa, ora invece appaiono in lento ma non costante declino, rispetto ai valori massimi raggiunti durante la primavera del 2023.
Il ribasso fisiologico dei prezzi
Ma cosa sta accadendo? Secondo i più recenti dati diffusi dal Clal, le esportazioni di Fiore Sardo e Pecorino - che sono composte in larga parte da esportazioni di Pecorino Romano Dop - nei primi sei mesi del 2025 salgono a 10.138 tonnellate contro le 9.857 del primo semestre 2024, crescendo del 2,9%. Ma si osserva come la crescita in valore sia stata minore: da 131 milioni e 934mila euro del 2024 a 133 milioni e 46mila euro del primo semestre 2025 (+0,8%), perché nel mentre i prezzi all'esportazione hanno perso il 2%.
Fin qui una contrazione fisiologica in vista della saturazione dei mercati, considerata anche la produzione elevata dell'ultima campagna lattiero casearia 2024-2025, conclusasi solo a luglio scorso e con una produzione al 31 maggio 2025 di oltre 32mila e 500 tonnellate, solo di poco inferiore a quella 2023-2024, cresciuta di oltre l'8% sulla 2022-2023.
Dazi Usa al 15%, aumenta la pressione sui prezzi
Ma con l'entrata in vigore dai nuovi dazi Usa il 5 agosto 2025 - una delle principali piazze per l'export di Pecorino Romano, che godeva di una totale esenzione - entra in oggettiva difficoltà il mercato all'esportazione. Per cui la pressione sui prezzi alla produzione si è fatta in tutta evidenza sentire.
I prezzi del latte invariati
I prezzi del latte ovino - al momento - restano invariati. La tabella che segue è una plastica rappresentazione della stabilità dei valori del latte all'ovile, Iva inclusa, tra luglio e ottobre 2025, con valori espressi in euro ad ettolitro.

Consorzio di Tutela, cercare nuovi mercati
Resta da capire come il comparto lattiero caseario sardo reagirà nell'immediato alle criticità del momento. Ultimamente si è notato l'attivismo del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano Dop, che ha segnato proprio nelle ultime settimane una presenza alle fiere Anuga di Colonia e Fine Food Australia, la più importante manifestazione del settore agroalimentare dell'Oceania al Convention Centre di Sydney.
"La Germania è certamente un mercato strategico per il Pecorino Romano, assorbendo da sola circa il 28% del nostro export europeo. Ma Anuga non è solo il luogo giusto per rafforzare questa relazione, è anche una preziosa occasione per ampliare il posizionamento sui mercati stranieri. Ci offre infatti l'opportunità di dialogare con buyer e distributori di tutto il mondo, che in Anuga trovano un consolidato punto di incontro e confronto, e di promuovere l'immagine di un prodotto che unisce identità mediterranea e visione internazionale" dichiara Gianni Maoddi, presidente del Consorzio del Pecorino Romano, arrivando a Colonia lo scorso 2 ottobre.
"Ad Anuga - continua Maoddi - gli espositori incontrano interlocutori qualificati, decision maker e acquirenti del settore commerciale e industriale. L'altissima qualità dei contatti rende questa fiera una piattaforma concreta per trattative, accordi e nuove esportazioni. Il Pecorino Romano, grazie alla sua notorietà crescente e al riconoscimento della Dop, ha tutte le carte in regola per rafforzare la propria presenza nei mercati più strategici".
Il 22 settembre scorso era stata la volta dell'Australia, da dove il direttore del consorzio, Riccardo Pastore, spiegava: "La ricerca di nuovi mercati è oggi una priorità. I dazi Usa hanno reso più complesso il nostro lavoro, ma allo stesso tempo ci spingono a guardare con maggiore decisione verso aree come l'Australia e più in generale l'Asia-Pacifico, dove il Pecorino Romano può crescere e consolidarsi".
E quello australiano si conferma un mercato sempre più strategico. Secondo i dati Ismea, l'Australia occupa il 14° posto al mondo per valore dell'import di formaggi stagionati e l'Italia è il secondo fornitore con l'11% delle quote. L'interesse dei consumatori è in rapida evoluzione e cresce costantemente la domanda di prodotti di qualità Dop e Igp. Le vendite al dettaglio aumentano stabilmente dal 2016, mentre nelle gastronomie e nei ristoranti si rafforza la presenza del made in Italy.
"Gli australiani stanno diventando consumatori sempre più sofisticati e attenti - aveva affermato Maoddi - e il Pecorino Romano, con le sue caratteristiche uniche, si inserisce perfettamente in questa tendenza verso prodotti di alta gamma. Per noi è una straordinaria prospettiva di crescita con ricadute positive su tutta la filiera".






























