“Prendiamo atto con soddisfazione che, nell’ambito delle proposte legislative della Pac post 2013, i ministri agricoli Ue abbiano posto l’accento anche sui problemi del settore delle carni bovine. Il negoziato Ue su questo specifico comparto è ancora lungo e si prevede difficilissimo. Dobbiamo essere consapevoli che se vogliamo difendere al meglio le specificità dell’allevamento intensivo italiano è necessario presidiare tutti i tavoli di discussione internazionale presentandoci uniti nei dibattiti in corso”.

E' quanto dichiara Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative, a nome dei presidenti Giovanni Luppi di Legacoop Agroalimentare e di Giampaolo Buonfiglio, presidente di Agci Agrital, in merito ai lavori  del consiglio informale dei ministri dell'Agricoltura dell'Ue in corso a Debrecen nell'est dell'Ungheria. 

“Gli interessi italiani - aggiunge Gardini - rischiano di soccombere di fronte a quelli degli allevatori del nord Europa che riescono a sostenere meglio l’aumento dei costi di produzione,  legati anche agli obiettivi che l’agricoltura comunitaria sta introducendo per tutelare al meglio l’ambiente ed il benessere degli animali”. 

“La cooperazione – sottolinea Gardini - attraverso la presenza dei rappresentati del Cogeca, Comitato generale delle cooperative europee ha fatto pervenire al Consiglio agricolo Ue alcune richieste, ritenute prioritarie, che hanno ottenuto da parte del Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos l’impegno a costituire un gruppo di lavoro ad hoc per seguire i problemi specifici degli allevamenti da carne”.

“Tra queste richieste – specifica Gardini - ci sono quelle volte ad introdurre una flessibilità a livello di Stato membro, per gestire al meglio la fase di transizione alla nuova Pac e la possibilità di erogare un sostegno specifico legato al mantenimento dell’attività allevatoriale. Naturalmente  il nodo centrale per la cooperazione resta l’allargamento del modello basato sulle organizzazioni dei produttori già sperimentato con successo nell’ortofrutta”.

“Siamo convinti - conclude Gardini - che la promozione degli strumenti di aggregazione dell’offerta possano far recuperare valore aggiunto nei confronti della distribuzione organizzata e competitività nei confronti delle produzioni dei Paesi extra Ue”.