Pepita e Castel James Jolie. Ecco i nomi delle vacche più belle d'Europa, la prima di razza Red Holstein e la seconda di razza Holstein, entrambe di “cittadinanza” svizzera. E' questa la risposta delle giurie chiamate ad esprimersi al “All European Championship” che si è svolto durante la Fiera Internazionale del Bovino da latte di Cremona dal 28 al 31 ottobre. Un vero e proprio campionato europeo della zootecnia da latte che ha visto competere 108 soggetti Holstein e 36 Red Holstein provenienti da 13 nazioni europee. Per quattro giorni Cremona si è così trasformata in una ideale vetrina dalla quale osservare i risultati raggiunti nella selezione delle bovine da latte. La contemporanea presenza di Italpig, la rassegna cremonese dedicata al mondo della suinicoltura, e di Cunitaly, dedicata all'allevamento del coniglio, ha poi allargato gli orizzonti della manifestazione cremonese sino ad abbracciare i principali comparti della zootecnia. Un'offerta espositiva arricchita dalla presenza di un numero di espositori di mezzi e attrezzature per gli allevamenti persino superiore a quello delle precedenti edizioni.

 

I record

Non stupisce che i dati sul numero di visitatori che ha varcato i cancelli della fiera abbia segnato, con oltre 73mila presenze, un nuovo record rispetto alle edizioni passate. Merito del richiamo esercitato dalla manifestazione, ma forse anche del particolare momento vissuto dalla zootecnia da latte. Reduci da anni di continua erosione del proprio reddito, gli allevatori interpretano la ripresa del mercato del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano come un'inversione di tendenza destinata a riflettersi presto o tardi sul prezzo del latte. Per di più è questo il primo anno che la produzione italiana di latte è rimasta al di sotto dei vincoli europei in tema di quote. Niente multe, dunque, e almeno questa volta lungo i viali della fiera e fra gli stand degli espositori si poteva parlare d'altro, di prezzi e di mercato, di politica agricola comunitaria e di attese per la nuova Pac. Magari soffermandosi sulle nuove proposte delle industrie in tema di innovazione e accarezzando già l'idea di poter di nuovo investire per migliorare la produttività delle stalle, scommettendo sulla ripresa dei prezzi. E fra gli espositori c’è stata soddisfazione. Molti hanno visto aumentare il fatturato realizzato in fiera e qualcuno parla anche di aumenti del 20%.

 

Arriva BioEnergy Italy

Fra gli allevatori c'è dunque voglia di guardare al futuro con ottimismo, pur senza nascondersi le difficoltà. Un ottimismo che a quanto pare ha “contagiato” anche gli organizzatori di CremonaFiere che in questi giorni hanno realizzato un accordo con la tedesca DLG per dare vita ad un nuovo evento fieristico dedicato alle energie rinnovabili, che prenderà il nome di BioEnergy Italy e che si svolgerà dal 18 al 20 marzo del prossimo anno. DLG, acronimo di Deutsche Landwirtschaftsgesellschaft (Società tedesca per l'agricoltura), è un'organizzazione degli agricoltori che conta 22mila soci, la cui “mission” è quella di promuovere il progresso tecnico e scientifico. Un compito assolto anche attraverso l'organizzazione di eventi fieristici di grande spessore internazionale come EuroTier e AgriTechnica. “Grazie all’accordo con DLG – ha dichiarato Antonio Piva, presidente di CremonaFiererafforziamo e accresciamo il nostro patrimonio fieristico, e scendiamo in campo con forze nuove e qualificate che sono già di per sé garanzia d’eccellenza.” BioEnergy Italy è destinata a raccogliere il testimone di Vegetalia Agroenergie e sarà una manifestazione che vedrà come protagoniste le tecnologie, l'innovazione e la ricerca scientifica applicate al campo delle energie rinnovabili.