La crisi della stalle è solo un ricordo. Questa la sensazione che si è avuta nei quattro giorni di Fieragricola girando fra gli stand dedicati al mondo della zootecnia, in assoluto i più affollati. Al contrario la crisi è ancora lì, appena affievolita dal nuovo accordo sul prezzo del latte in Lombardia, che sta trainando gli aumenti di prezzo anche nelle altre regioni. Eppure si tratta di poca cosa, pochi centesimi in più (si è arrivati a 33,16 eurocent per litro di latte) con i quali non si coprono nemmeno le spese di produzione. E per la carne non va meglio. I prezzi sono al palo e in qualche caso in flessione (per i bovini siamo fermi ai prezzi del 2008, mentre i suini sono in calo  rispetto allo scorso anno). Eppure la folla che ha invaso i padiglioni “Marcora”, quelli dedicati all’allevamento, è parsa incurante delle difficoltà e ha letteralmente preso d’assalto gli stand espositivi, da quelli dei mangimisti a quelli delle attrezzature, innovative e non. Quasi una rincorsa a rimettere a nuovo gli allevamenti, per essere pronti a raccogliere il vento a favore che gli allevatori sentono in arrivo a dispetto di ogni segnale contrario.

 

Le campionesse di Verona

Ma si sa, il mondo degli allevamenti è intriso di passione per un lavoro che sebbene difficile e duro non fa mai abbassare l’entusiasmo e l’orgoglio per i risultati raggiunti in stalla. Ben lo sa “Davide Errera” di Borgoforte, nel mantovano, che con la sua FrisonaNew Flowers Farm Gandy” si è aggiudicato l’ottava edizione dello “European Open Holstein Show”. Una vacca straordinaria per forme e produttività (media di 91,65 quintali con 3,94 di grasso e 3,43 di proteine). Non da meno la vacca “Sturzenegger's Gordon Belinda” di razza Bruna che a Verona ha conquistato il titolo di “campionessa vacche” all'European Brown Swiss Championship.

 

Genomica, la nuova frontiera

A contendersi questi titoli, per le razze Frisona Italiana e Bruna, si erano dati appuntamento quasi 300 capi di razza Frisona e oltre 200 di razza Bruna, che hanno offerto ai visitatori la possibilità di toccare con mano i risultati raggiunti dalla selezione e dal progresso genetico che oggi può avvalersi di nuovi e più efficaci strumenti attraverso l’analisi del Dna. Sino a poco tempo fa appannaggio dei laboratori più attrezzati e con costi eccessivi per un impiego in campo zootecnico, queste indagini sono oggi più accessibili grazie all’affinamento delle tecnologie e all’automazione delle procedure. Si è aperto così un nuovo capitolo nel libro della selezione animale che va sotto il nome di Genomica. Se ne è parlato diffusamente anche in occasione di Fieragricola con il convegno organizzato in collaborazione con l’associazione degli allevatori della razza Bruna (Anarb), che ha riunito i maggiori esperti di questa nuova branca del miglioramento genetico. L’obiettivo è quello di superare i limiti imposti dalla selezione attuata seguendo i metodi tradizionali e che si scontra con molte difficoltà di carattere pratico, come la misurazione di alcuni tratti di interesse produttivo.  Se è facile, ad esempio, misurare la produzione di latte o l’altezza di un animale, risulta assai più complicato dare un parametro preciso alla resistenza alle malattie.

 

InterGenomics

Problemi anche questi che la genomica promette di superare, offrendo anche altri vantaggi come la verifica certa delle parentele o la possibilità di un controllo genetico su un complesso assai ampio di parametri. La genomica ha però bisogno, per la sua attuazione pratica, di disporre di un’ampia base di dati con la mappatura genetica del più elevato numero possibile di capi miglioratori. Troppo complesso in questa sede entrare nei dettagli di questo percorso che vede protagonista la razza Bruna, la prima ad avviare un progetto di selezione genomica, al quale è stato dato il nome di “InterGenomics”. Un progetto, questo di InterGenomics, al quale partecipano sette nazioni e che è coordinato dall’Italia, sotto la responsabilità di Enrico Santus, direttore di Anarb e neo direttore della Federazione europea della razza Bruna.

 

Qualità eccellente

Il futuro ci riserva dunque animali che promettono non solo performance migliori, ma soprattutto una più alta qualità. Si prenda ad esempio il caso della Bruna nei cui programmi di selezione è ai primi posti il contenuto in proteine specie del genotipo k_BB della caseina, ideale per formaggi dalle caratteristiche sensoriali superiori. Ora si tratta di farlo sapere ai consumatori. Compito tutt'altro che semplice, ma non impossibile.