Togliere dalle etichette dei prodotti alimentari bandiere tricolori, diciture inerenti al Made in Italy e qualsiasi riferimento faccia pensare all’italianità della produzione, quando questa in realtà non c’è. E' questa la proposta, inedita e destinata a far discutere, che proveniene dagli allevatori di suini tramite la loro associazione nazionale, l'Anas.
"I non addetti ai lavori potrebbero stupirsi di una simile proposta, pensando che in realtà già oggi esista questo tipo di tutela verso i consumatori – spiega il presidente Anas, Giandomenico Gusmaroli – ed invece non è così. Oggi, chiunque può scrivere su un’etichetta “prodotto italiano”, anche se questo non è assolutamente vero”.
Come è possibile? “
Le leggi, italiane e comunitarie, hanno sempre privilegiato la produzione e la commercializzazione dei prodotti, credendo in questo modo di aiutare la movimentazione delle merci e quindi, più in generale, l’economia. Non nego che vent’anni fa il ragionamento poteva anche essere corretto, ma nel frattempo il mondo è profondamente cambiato e gli effetti di questo modo di “fare etichetta” sono divenuti devastanti per l’interesse nazionale e per quello dei consumatori”.
Gusmaroli si spiega: “con la sempre maggior sensibilità dei consumatori verso l’alimentazione di qualità, l’agroalimentare è divenuto un business gigantesco. Come sempre avviene, a fianco di tanti produttori seri, le grosse opportunità attirano anche realtà il cui unico obiettivo è guadagnare. E siccome oggi il Made in Italy fa vendere di più, assistiamo ad un abuso quotidiano e, me lo si lasci dire, truffaldino, di questo aspetto”.
Perché i richiami “italiani” solo nelle Dop sarebbero una soluzione?
“Perché allo stato attuale solo acquistando una Dop si ha la certezza di avere in mano un prodotto italiano al 100 percento”.
Da un sistema come quello proposto dall’Anas, verrebbero penalizzati i prodotti Igp, per i quali non è necessariamente richiesta la materia prima italiana: sarebbe giusto privare del “simbolo Italia” prodotti non Dop ma a loro volta tipici? “
Una soluzione esiste: chi intende fregiarsi del Made in Italy ma non é iscritto ad una Dop, dovrebbe rendere obbligatorio nel proprio disciplinare l’utilizzo di carne suina o latte esclusivamente italiani, oppure presentare una dichiarazione scritta con la quale si assume il medesimo impegno, ovviamente a fronte di sanzioni nel caso di mancato rispetto”.
Secondo il presidente Anas, un cambio di rotta è urgentissimo: “se non si tutela ciò che è veramente buono e veramente italiano e, a fini di puro business, si continua a spacciare per tricolore della “robaccia”, presto l’intero Paese di troverà ad aver banalizzato e quindi perso uno dei suoi settori più futuribili”.
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Fonte: anas