Nonostante la nuova influenza proveniente dal Messico abbia poco a che fare con i suini, si teme che l'impropria denominazione inizialmente attribuita al nuovo virus possa avere ricadute negative per l'economia dell'intero settore nel breve e nel medio periodo.
Grazie alla tempestiva ed efficace campagna di comunicazione intrapresa da tutto il mondo agricolo e dalle pubbliche istituzioni, fino ad oggi non è stata riscontrata la temuta pesante contrazione delle vendite di carne suina, tuttavia i prezzi dei suini sono calati in due settimane di 8 centesimi.
E' indispensabile mantenere il contatto instaurato con i consumatori e continuare a divulgare notizie sulla filiera italiana in modo da rendere il più trasparente  possibile il nostro sistema produttivo.
In questo quadro si inserisce il pieno appoggio dei suinicoltori italiani alla proposta del ministro Zaia di indicare sull'etichetta dei prodotti a base di carne suina la provenienza della materia prima utilizzata. Solo in questo modo il consumatore può sapere esattamente  cosa sta acquistando e si possono evitare le pesanti conseguenze commerciali derivanti da una crisi sanitaria che, nel caso dell’influenza, non coinvolge  neppure i maiali.
 
Si ritiene pertanto utile diffondere la tabella che segue in cui sono riportate le tonnellate di carne suina importate in Italia dal continente americano. Come si  vede, gli unici stati di quel continente dai quali abbiamo acquistato carne suina in modeste quantità nel 2007 e nel 2008 sono il Cile e gli Stati Uniti d'America (nulla di provenienza messicana). Inoltre, non abbiamo importato suini vivi (l’ultima importazione di suini riproduttori dal Canada risale all’anno  2006).
 
 
Elaborazioni ANAS su dati Istat
Con la collaborazione delle Apa socie