Lo scorso mese di ottobre, il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti d'America (Usda) ha pubblicato un rapporto sulle future dinamiche del settore suinicolo a livello mondiale. Se ne riporta nel seguito una sintesi.
 
La Produzione: nel 2009 la Cina si confermerà il maggior produttore suinicolo del mondo. Il Paese asiatico  dovrebbe aumentare la propria produzione del 3% grazie agli aiuti governativi e agli sgravi fiscali concessi ai  suinicoltori. Nell’UE-27 ci si attende un calo della produzione suinicola dovuta principalmente agli elevati costi di  produzione. Negli Stati Uniti, la produzione dovrebbe diminuire del 2%, mentre in Brasile ci si attende un aumento  del 3% circa, dovuto ad un abbassamento dei costi delle materie prime per mangimi e ad un aumento della  domanda dei paesi importatori.
 
L’Export: negli Stati Uniti ci si attende una diminuzione delle esportazioni dovuto ad un indebolimento della  domanda cinese e del dollaro, mentre dovrebbero rimanere stabili gli scambi commerciali USA con il Giappone ed  il Messico. Le esportazioni dell’Unione Europea dovrebbero calare del 3% circa, come conseguenza diretta della  flessione produttiva. In Brasile le esportazioni dovrebbero aumentare del 4%, soprattutto grazie alla domanda di  nuovi mercati di sbocco.
 
L’Import: il Giappone si confermerà il Paese maggior importatore di carne suina nel mondo e nel 2009, dovrebbe  mantenere stabili i propri acquisti all’estero, nonostante il previsto incremento delle importazioni di carne bovina.  Anche le importazioni della Russia dovrebbero mantenersi stabili poiché l’aumento della produzione in quel Paese  non terrà il passo con la crescita dei consumi. In Ucraina, il calo della produzione dovrebbe determinare un  aumento delle importazioni del 29% circa. Al contrario, le importazioni della Corea dovrebbero calare del 4% a  causa del ritorno della carne bovina statunitense sul mercato coreano e per la sospensione delle importazioni di  carne suina proveniente dal Cile per problemi di diossina. Un calo delle importazioni intorno al 2% dovrebbe  registrarsi anche in Messico.
 
Fonte: Usda